CHIANTI FIORENTINO – +33,1% per le imprese del comparto costruzioni; +31,9% per i trasporti; +29,9% per la manifattura; +21,4% per il commercio; +18,6% per la filiera del turismo e +23,3% per gli altri servizi.
Si tratta dei rincari delle bollette elettriche subiti tra il 2019 e il 2021 da artigianato e piccole e medie imprese in base ad un’indagine realizzata da CNA Chianti sulla sua base associativa.
La rilevazione mostra che il 95% delle imprese ritiene che il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività, tanto che il 53% delle imprese si vedrà costretto a ritoccare i listini, in particolare manifattura e costruzioni, mentre oltre la metà delle imprese di trasporto, dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona indica di voler mantenere invariati i prezzi.
L’impennata dei costi energetici provocherà un taglio dei margini di guadagno per il 77,5% del campione, soltanto il 10,6% prevede di ridurre la produzione e il 6,8%, prospetta il fermo dell’attività a causa di costi insostenibili con punte del 24% nel settore del turismo.
Rilevante la quota di imprese (37% del totale) che è orientata a rinviare investimenti programmati.
“Il caro-energia rischia di generare una drastica frenata della ripresa economica – commenta il Presidente di CNA Chianti, Veronica Cei – erodendo i margini di guadagno e la fiducia delle imprese”.
Gli interventi approvati dal Governo sono utili “ma è necessario individuare rapidamente soluzioni efficaci e strutturali”.
Cei sottolinea che il costo dell’energia che grava su micro e piccole imprese sconta “una bolletta mal strutturata. La distribuzione degli oneri generali di sistema è fortemente iniqua e penalizza maggiormente le imprese più piccole che sopportano il 49% del gettito complessivo”.
“Il risultato – conclude – è che una piccola impresa paga l’energia quattro volte di più rispetto un’impresa di grandi dimensioni. E ciò è davvero inaccettabile!”.
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