CASTELLINA IN CHIANTI – Oggi come allora, il Circolo Italia, a Castellina in Chianti, è il fulcro primario della vita del paese. Ma quanti conoscono le sue origini e la sua storia, strettamente legate alle vicende politiche?
Con il prezioso aiuto di Nello Pianigiani, Mauro Neri e Folco Vettori, siamo riusciti a ricostruire gli albori di questo “polmone centrale” per la vita dei castellinesi.
Il nome Circolo Italia è arrivato solamente verso la metà degli anni 60. In origine, si chiamava Casa del Popolo ubicata dove oggi c’è l’attuale Caserma dei Carabinieri.
Le prime recite al Circolo
Realizzata dalla società delle Feste nel 1919, diventò il centro ricreativo di Castellina in Chianti. Come si può leggere anche dal Libro di Nello Pianigiani “Quando a Castellina si faceva politica e non solo” la Società delle Feste era un’associazione castellinese che organizzava commedie e feste da ballo.
Con l’arrivo del fascismo in paese, però i locali vennero ampliati e divennero così la “Casa del Fascio”. Solamente con la fine della guerra, venne costituito il Comitato di Liberazione Nazionale, con scopo puramente ricreativo. L’attuale caserma dei carabinieri, però, dovette essere abbandonata. Il ministero delle finanze, infatti, riprese tutti i locali che erano appartenuti al fascio.
Dopo la fine del fascismo in Italia, i partiti tornarono ad essere legali in ogni dove, anche a Castellina: il Partito Comunista, con sede presso i locali del Circolo Sangallo e la Democrazia Cristiana, con sede presso il Cantinone. Ma cosa era questo Cantinone?
Mauro Neri ci racconta che, dopo la chiusura della Casa del Popolo, era necessario trovare un altro luogo da destinare al divertimento. Venne perciò individuato questo “cantinone” proprio dove ora c’è la Coop, davanti all' "Asilo Virginia Borgheri". Si chiamava così, perché nel seminterrato c’erano le botti destinate all’invecchiamento del vino.
Questo locale era di proprietà della Chianti Melini inglobata nella società Martini e Rossi di Torino. Si dice che, in tempo di guerra, i soldati tedeschi spararono alle botti facendo così fuoriuscire tutto il vino. Tutto il liquido rosso, finì dritto dritto nel fiume Arbia.
Due personaggi di Castellina, rispettivamente don Tullio Pacini, parroco di Lilliano, e Vittorio Pozzesi si recarono a Torino per chiedere in affitto questo locale. Il Cantinone ospitava un bar, una sala da ballo e il cinematografo. Era uno spazio ricreativo per qualunque persona volesse andarci.
Il pullman davanti al Cantinone
Da un po’ di tempo, però, la Chianti Melini, minacciava di vendere; così i castellinesi furono costretti a trovare un altro spazio. Erano gli anni 60.
Il Longini, assiduo frequentatore del Cantinone, pensò bene di comprare l’orto lì accanto, per ovviare al problema. Sia il cantinone che il Circolo Italia, vennero tenuti entrambi per un paio di anni, gestiti simultaneamente. All’interno c’era un collegamento che univa i due edifici.
Per la costruzione del Circolo Itala, la parrocchia di Castellina in Chianti mise dei fondi, vendendo un podere (i costi per l’acquisto del terreno erano assai ingenti). Franco Niccolai acquisì la proprietà dal Longini ed iniziò la costruzione dell’attuale Circolo Italia, dando l’incarico ad un suo progettista di fiducia. Il nuovo circolo venne inaugurato il 31 maggio 1970.
“Il bar Italia è da sempre il primo punto di aggregazione di Castellina in Chianti. Ora come in passato, ci si può trovare dal giovane, all’immigrato, alle persone più longeve”, ci dice Folco Vettori. Lui, presidente dell’Associazione circolo Italia dal 2000 al 2014. È un’associazione di volontariato senza scopo di lucro. Attualmente il nuovo presidente è Mauro Neri.
“Ora, continua Folco, la proprietà del circolo Italia è della Parrocchia di Castellina in Chianti. Per questo passaggio è stato richiesto un comodato d’uso di trent’anni che scadrà nel 2029”.
di Jessica Nardi
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