CASTELNUOVO BERARDENGA – "Poste Italiane chiudono due uffici nel comune di Castelnuovo Berardenga, aumentando i disagi nell’emergenza sanitaria in corso".
A dirlo è Potere al Popolo di Castelnuovo Berardenga. Che ricorda: "Gli uffici postali sono un presidio che erogano servizi di primaria necessità. Con l'emergenza sanitaria in corso, la chiusura, che ha interessato circa duecento uffici in tutta la Toscana, sta provocando un ulteriore grave danno all'intera comunità, in particolare ai più anziani che utilizzano gli uffici postali per il pagamento delle utenze o per il prelievo di contanti".
"La chiusura di alcuni uffici – riprende PaP – determina necessariamente un afflusso di persone concentrato in altre sedi, a loro volta interessate da provvedimenti di forte riduzione degli orari di apertura, aggiungendo in tal modo disagio al disagio".
"A Castelnuovo Berardenga – spiegano – è rimasto aperto solo l'ufficio nel capoluogo, nei soli giorni di martedi, giovedi e sabato dalle 8.20 alle 13.35. Sono stati invece chiusi gli uffici di Pianella e San Gusmè. Gli uffici postali più vicini sono quelli di Taverne d'Arbia, aperto negli stessi giorni di Castelnuovo, quello di Siena 5 all'Acquacalda, aperto lunedi, mercoledi e venerdi e quello di Rapolano, chiuso per ristrutturazione".
"In questi giorni – sottolineano – Poste Italiane ha comunicato il calendario per il pagamento delle pensioni dal 26 marzo al 1 aprile: Cognomi che iniziano con A-B = giovedi 26 marzo C-D = venerdi 27, E-K = sabato 28, L-O = lunedi 30, P-R = martedi 31 e S-Z = mercoledi 1 aprile. Tutto questo per evitare assembramenti, per limitare gli spostamenti e le uscite da casa. Con la chiusura degli uffici, sorge però un problema. I pensionati del comune di Castelnuovo, infatti, potranno riscuotere le loro pensioni solo nell'ufficio del capoluogo. Ma così facendo si dovranno spostare in un comune diverso da quello dove risiedono".
"E le attuali normative lo vietano – affermano – Inoltre, essendo anziani, viene da pensare che molti di loro avranno bisogno di essere accompagnati da un familiare. Ed anche questo è sconsigliato. Ci sembra che questo tipo di razionalizzazione del servizio non risponda bene alla necessità di tutelare i lavoratori di Poste Italiane e gli utenti, pensionati in primis, la cui salute dovrebbe venire prima di tutto, ma che piuttosto contribuisca a metterli maggiormente a rischio".
"Chiediamo pertanto alla dirigenza di Poste Italiane – concludono – di rivedere immediatamente la decisione di ridurre il numero di uffici aperti, di mettere in assoluta sicurezza il personale e alle amministrazioni locali di fare pressione in tal senso".
di REDAZIONE
© RIPRODUZIONE RISERVATA