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venerdì 26 Aprile 2024
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    Grazie al Gruppo archeologico Salingolpe. L’assessore Sestini: “Una perla del nostro territorio”

    CASTELLINA IN CHIANTI – La Madonna del Latte fra angeli e i santi Giovanni Battista e Galgano (affresco quattrocentesco staccato e conservato nella chiesa del Santissimo Salvatore di Castellina in Chianti attribuito alla bottega di Bicci di Lorenzo e al suo allievo Maestro di Signa) è tornato a nuova vita e ad arricchire il patrimonio culturale castellinese.

     

    Il suo recupero è iniziato nel settembre 2013 ed è stato promosso dal Gruppo Archeologico Salingolpe di Castellina in Chianti, locale associazione culturale di volontariato, e dalla restauratrice Lucia Fagioli, della ditta Giovannoni Restauri, con il sostegno economico di don Gino Giannini, don Luciano Tomek e Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e la partecipazione dell’Archeoclub d’Italia, della Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etno-antropologici per le province di Siena e Grosseto e dell’Arcidiocesi di Siena, Colle e Montalcino.

     

    L’intero progetto culturale, che ha visto anche una fase di studio e valorizzazione dell’affresco, è stato raccolto, insieme al contributo storico di studiosi di livello nazionale, in una pubblicazione tradotta anche in lingua inglese che sarà presentata nei prossimi mesi a Castellina in Chianti, insieme all’affresco recuperato.

     

    Profondo apprezzamento per l’intero progetto culturale viene espresso dall’assessore alle politiche culturali di Castellina in Chianti, Claudia Sensini. “L’amministrazione comunale accoglie con immenso piacere – dice Sensini – lo sforzo economico e intellettuale compiuto dal Gruppo Archeologico Salingolpe per riportare a nuova vita uno dei più importanti beni culturali di tipo artistico presenti a Castellina".

     

    "Questo affresco – spiega – rappresenta una perla del nostro patrimonio rimasta a lungo incompresa e poco conosciuta e, adesso, grazie al suo restauro e alla dettagliata pubblicazione, potrà essere ammirata e valorizzata nella sua intera valenza artistica e culturale. Un lavoro importante e articolato che presenteremo prossimamente a tutta la comunità castellinese”.

     

    La Madonna del Latte tra angeli e i santi Giovanni Battista e Galgano è un’opera artistica degna di nota per la sua fattura, i caratteri stilistici e l’iconografia e testimonia un segno evidente dell’esteriorità religiosa presso il quale il popolo si riuniva e si riunisce ancora oggi con profonda devozione, con momenti di riflessione e occasioni di aggregazione sociale.

     

    “La superficie dell’affresco – spiega la restauratrice, Lucia Fagioli – si presentava offuscata dalla presenza di fumo nero e particellato incoerente, mentre nella parte bassa erano presenti efflorescenze saline derivate, con molta probabilità, dalla locazione originale dell’affresco prima dello stacco e la pittura presentava un ingiallimento generale causato dall’applicazione, in interventi precedenti di restauro, di fissativi organici alteratisi nel tempo".

     

    "Lungo il perimetro dell’affresco – dice ancora – era presente anche una stuccatura neutra, eseguita probabilmente durante lo stacco della pittura dalla parete originaria, stuccatura eseguita più volte negli anni, visto che abbiamo trovato vari strati di malte dalla cromia diversa”.

     

    La pubblicazione che racconta il progetto è stata realizzata con il supporto istituzionale del consiglio regionale della Toscana, nella persona del consigliere Pd, Paolo Bambagioni.

     

    “Il restauro di un’opera d’arte – afferma Bambagioni – è sempre un momento di riflessione, indagine storica e stilistica, crescita culturale e anche civica. Preservare un’opera artistica così antica e importante per una comunità locale, simbolo molto forte della secolare devozione popolare, rappresenta un compito a carico della nostra comunità e della politica. Come affermava Indro Montanelli, un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente".

     

    "Il confronto e il rispetto tra ciò che è adesso con ciò che è stato, lo studio e la ricerca – conclude Bambagioni – sono fasi imprescindibili che danno origine a un processo di evoluzione conoscitiva e civica. Anche per questo motivo ho avvertito la necessità di sostenere istituzionalmente questo significativo intervento di restauro”.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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