FIRENZE – “In relazione all’intervista rilasciata al TG2 il giorno 17 aprile 2020 da soggetto anonimo e con voce contraffatta che affermava l’inesistenza di regole basilari di trattamento ospedaliero durante l’epidemia Covid nell’ospedale di Torregalli, nonché l’insufficienza dei Dispositivi di Protezione Individuale e rispetto alla quale la Asl ha ritenuto di dover intimare il licenziamento del signor A.M., dirigente sindacale Cisl, rinviandosi per il resto all’accordo giudiziale intervenuto fra tutte le parti, Asl e Cisl intendono congiuntamente riaffermare alcuni inscindibili principi”.
Lo spiega una nota firmata dal segretario generale Cisl-Fp Firenze-Prato, Nicola Burzio, e dal direttore generale Asl Toscana-Centro, Paolo Morello Marchese.
“La Ausl – primo punto della nota – ribadisce che mai è stata, né può essere, in contestazione la piena ed assoluta libertà di iniziativa e di critica sindacale, anche aspra, né tanto meno il ruolo delle organizzazioni sindacali e, fra di esse, della Cisl, per il miglioramento delle condizioni di lavoro all’interno dell’Azienda, che la Asl non ha mai inteso limitare, volendo unicamente perseguire l’autore di dichiarazioni false”.
“La Cisl – prosegue la nota – riafferma che la modalità di espressione anonima e nascosta di chi, non rendendosi riconoscibile, non intende assumere responsabilità delle proprie azioni, è estranea al modo d’essere del sindacato per il quale l’esercizio delle proprie prerogative di critica e di azione avviene nell’ambito della trasparenza e conoscibilità, in quanto manifestazione alta sul terreno della democrazia”.
“La Asl – terzo punto toccato – ribadisce che le dichiarazioni rese dall’anonimo nell’intervista in questione sono del tutto prive di fondamento per ciò che concerne la separazione dei percorsi fra malati Covid positivi ed altri utenti dell’ospedale di Torregalli. La Cisl ne dà effettivamente atto affermando che, anche a seguito di specifiche verifiche effettuate, la gestione dell’emergenza sanitaria Covid a Torregalli ha prodotto risultati oltremodo positivi e si è caratterizzata per una risposta in termini di organizzazione sanitaria, appropriata e tempestiva, che ha garantito la separazione netta dei percorsi assistenziali quale garanzia di migliore cura e più efficace controllo della diffusione epidemica”.
“Asl e Cisl – prosegue ancora la nota congiunta – nel riaffermare l’impegno e la dedizione profuso da parte dei medici e degli operatori sanitari durante il periodo dell’emergenza Covid-19, evidenziano che i toni utilizzati dall’intervistato per stigmatizzare la presunta insufficiente fornitura di D.P.I., rispetto a dotazioni sempre risultate conformi agli standard Organizzazione Mondiale della Sanità, sono risultati eccessivi, inadeguati ed inutilmente allarmistici e tali percepiti anche in relazione al drammatico momento di loro esternazione”.
Infine l’annuncio: “Il signor A.M. è stato riammesso in servizio dal 16 luglio 2020 previa revoca del provvedimento disciplinare, con conseguente reintegrazione nel posto di lavoro, secondo le modalità previste nell’accordo conciliativo sottoscritto fra le parti”.
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