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martedì 26 Settembre 2023
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    Sanità, Ordine Medici Firenze: “Nel PNRR non si parla di nuove assunzioni”

    Il presidente Dattolo: "Dobbiamo salvare il nostro sistema sanitario nazionale, che rimanga universale e gratuito per tutti"

    FIRENZE – “Quando parliamo di sanità territoriale dobbiamo pensare che occorrono urgentemente risorse anche per i medici e per tutto il personale sanitario, non soltanto per le nuove strutture, l’innovazione tecnologica e la telemedicina”.

    Così Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Firenze, a due settimane dall’incontro organizzato con l’assessore alla Sanità della Regione Toscana Simone Bezzini, incentrato su “PNRR e Sanità territoriale – Modello Toscana”.

    “Il PNRR è pieno di cose – spiega Dattolo- e prevede grandi sfide che riguardano la sanità territoriale, a partire dagli investimenti sulle Case della Comunità, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture, l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, la telemedicina”.

    “Ma non si parla del personale – rilancia – non si accenna alle nuove assunzioni che sono necessarie perché gli ospedali e i pronto soccorso stanno morendo; mancano specialisti, mancano medici di medicina generale, mancano figure qualificate ad intraprendere le nuove sfide, manca la prospettiva di una nuova formazione”.

    Continua il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze: “Il rischio è di non poter disporre più di “chi farà cosa”. E non possiamo permetterci di investire in strutture nuove e bellissime, se poi rimarranno vuote, o in macchinari innovativi e potenti, se poi nessuno sarà in grado di utilizzarli”.

    “Riflettere sulla riforma della sanità del nostro territorio – prosegue ancora – significa anche considerare che l’epidemiologia sta cambiando: la pandemia ci ha dimostrato che basta un virus ad uccidere una popolazione sempre più anziana e più malata”.

    “Allora dobbiamo salvare il nostro sistema sanitario nazionale – esorta Dattolo – che rimanga universale e gratuito per tutti”.

    “Due concetti che sembravano assodati per noi italiani – conclude – ma che oggi qualcuno, sul modello americano e poi lombardo, sta mettendo in discussione, in nome della privatizzazione dei servizi. Il privato è, in parte, necessario, ma guai a chi tocca il pubblico”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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