TOSCANA – “Ho sempre detto che le recinzioni non mi piacciono ma la verità è che adesso non possiamo più farne a meno. C’è una invasione di animali – come caprioli e cinghiali – che stanno portando danni enormi”.
A dirlo è il vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, Ritano Baragli.
“Le aziende sono in difficoltà – precisa – c’è chi è costretto a tagliare, chi addirittura chiude. Se una recinzione limita i danni, allora usiamola”.
“Anche perché – puntualizza – la gente non denuncia più, c’è una sfiducia dettata dal fatto che i rimborsi in pratica non ci sono”.
“Ormai le recinzioni sono necessarie, è inutile che qualche gruppo si voglia per forza mettere di traverso” aggiunge.
“Faccio un esempio – prosegue Baragli – nel Chianti Classico il vino sfuso è quotato sui 300-350 euro a ettolitro, pensate cosa può accedere quando caprioli e cinghiali riescono a mangiare anche solo 10 quintali di uva”.
“Diventa un danno economico immenso – sottolinea – Quindi bisogna cercare di usare tutti i metodi per limitare questi animali”.
“A preoccuparmi in questa fase sono soprattutto i caprioli, sono capaci di creare grandi problemi – dice ancora Baragli – Il settore è già in difficoltà, se non ci sono le giuste precauzioni la situazione rischia di degenerare”.
“Poi – conclude – sono d’accordo con chi dice che le recinzioni vanno fatte bene, in modo da non deturpare il paesaggio: so che ci vuole il giusto equilibrio e il rispetto dell’ambiente. Al tempo stesso serve però il rispetto di chi lavora in queste aree”.
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