TOSCANA – “Le pietre d’inciampo rappresentano un’iniziativa utile e bella che serve a stimolare e valorizzare la cultura della memoria”.
Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, intervenendo ad Empoli sabato 13 gennaio all’iniziativa “Pietre della memoria, condivisione di esperienze sulle pietre d’inciampo in Toscana”.
Voluta dal Comune di Empoli per fare il punto attraverso un convegno sulle esperienze delle pietre d’inciampo e sul progetto che vede la città di Empoli impegnata a realizzare un archivio digitale su tutto quello che è conoscenza in merito su queste iniziative.
“Le deportazioni di ebrei e dissidenti politici – ha proseguito Giani – caratterizzarono l’odio feroce di nazisti e fascisti sul piano della discriminazione etnica e politica. Il fatto di ricordare non i numeri ma le persone è essenziale”.
“Con le pietre d’inciampo – ha aggiunto – si ricordano i nomi ed i cognomi, i volti, le storie dei deportati. La pratica delle pietre d’inciampo iniziò nel 1992 a Colonia, in Germania, quindi ormai trentadue anni fa, con l’apposizione di targhe di ottone sui selciati delle strade, sui muri, nei luoghi distintivi degli spazi pubblici per ricordare le persone”.
“Le pietre d’inciampo – ha concluso – in Europa sono oltre 72mila. Numerose sono quelle in Toscana. Vorrei stimolare in tutti i territori il ricordo di coloro che furono portati via dalle loro abitazioni e dai luoghi di lavoro e hanno lasciato nei campi di sterminio la loro sacra vita”.
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