FIRENZE – A niente sono valse le ricerche. I tantissimi volontari mobilitati. La cabina di regia della Prefettura. Le forze dell’ordine attivate. Gli appelli.
Alle 2 di stanotte, in un pozzetto di scolo delle acque piovane della sede ferroviaria, a circa 1.300 metri dalla stazione di Rovezzano, è stato trovato il corpo senza vita di Alvaro Andreucci, scomparso da casa il 31 luglio. Soffriva di disturbi della sfera psichica.
Gli avvistamenti dei giorni seguenti, la possibilitĂ che si fosse allontanato per andare chissĂ dove, si sono invece risolti con una banale e tremenda veritĂ .
Alvaro ha perso la vita lì, in zona. E adesso non rimangono che le lacrime da versare.
Questo il commento del nipote sul gruppo Facebook che da giorni si era attivato per le ricerche. In cui si legge anche come, secondo la famiglia, non sia stato fatto tutto il possibile-
Sarebbe bastato un servizio di risposta rapida alle richieste di aiuto della famiglia.
Sarebbe bastata una presa in carico precoce della persona da parte degli enti sanitari preposti a erogare questo servizio.
Sarebbe bastata un’azione immediata di ricerca da parte delle forze dell’ordine, messa in campo fin dalla prima segnalazione.
Sarebbe bastata una verifica semplice e rapida delle telecamere di videosorveglianza per capire la direzione di allontanamento per svolgere una ricerca mirata.
Sarebbero bastate le segnalazioni di macchinisti che in quell’ora hanno percorso il tratto ferroviario.
Sarebbe bastato che gli organi competenti per la sicurezza dei tratti ferroviari avessero segnalato la presenza di un uomo sui binari.
Sarebbe bastato piĂą impegno, solerte e serio.
Forse non sarebbe bastato, ma almeno oggi avremo saputo che tutti hanno fatto la loro parte, nei tempi e nei modi che un caso come questo richiedeva.
Ciao grande e dolcissimo zio…
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