FIRENZE E TOSCANA – I disturbi del linguaggio nei bambini possono essere il segnale di vari problemi, e sono tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un disturbo specifico dell'apprendimento. Le cause possono essere organiche, psicopatologiche e socio-ambientali; particolari criticità sono evidenti nei bambini che apprendono l'italiano come seconda lingua. E questi disturbi rappresentano il motivo più frequente di consultazione del servizio sanitario regionale in età prescolare.
Per questo la Regione lancia un progetto che ha l'obiettivo di individuare precocemente questi disturbi e potenziare in ambito scolastico le abilità linguistiche e comunicative dei bambini. Lo fa con una delibera, portata in giunta dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata nel corso dell'ultima seduta.
La delibera dà mandato di presentare questo progetto alla Asl Toscana centro, in virtù dell'esperienza maturata con il progetto CCM2013 "Identificazione precoce dei bambini con disturbi del linguaggio e della comunicazione a rischio di sviluppare difficoltà di apprendimento della lingua scritta", realizzato nel 2014 dall'allora Asl 11 di Empoli (confluita poi nella Asl Toscana centro), anche con la collaborazione dell'Ufficio scolastico regionale per la Toscana. La Asl Toscana centro, che riceverà dalla Regione 120.000 euro per gli anni scolastici 2018-2019 e 2019-2020, sarà capofila di questo progetto per tutta la regione.
Obiettivi del progetto: incrementare le competenze comunicative dei bambini, recuperare i casi di ritardo nel linguaggio per una maggiore appropriatezza degli invii ai servizi sanitari e una riduzione delle liste di attesa, e attuare una prevenzione primaria dei disturbi dell'apprendimento.
Il progetto CCM2013, realizzato nel 2014 dalla Asl 11 di Empoli, ha avuto come obiettivo quello di identificare difficoltà linguistiche in bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni, per programmare, in relazione al profilo linguistico, uno specifico potenziamento educativo, linguistico e comunicativo. Il progetto ha posto particolare attenzione nei confronti della popolazione immigrata e dei bambini adottati o che parlano l'italiano come seconda lingua, e che mostrano più difficoltà nello sviluppo del linguaggio.
Il progetto ha permesso l'elaborazione di un protocollo di potenziamento educativo, sperimentato nelle scuole dell'infanzia del territorio empolese, attraverso la formazione degli insegnanti e con il coinvolgimento di circa 600 bambini.
Gli interventi previsti dal protocollo riguardano cinque aree linguistiche e comunicative: fonologia e metafonologia, lessico e semantica, sintassi e morfologia, abilità narrative, abilità pragmatiche. Ora il protocollo verrà diffuso in tutte le scuole dell'infanzia toscane, con la stampa e diffusione del kit di potenziamento e la formazione delle insegnanti.
di Redazione
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