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domenica 27 Aprile 2025
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    Si è occupato di “Mostro”, Georgofili e Br: e ora, in pensione, la seconda vita da consulente del giudice Silvio De Luca

    Nella sua "prima vita" anche la voluminosa sentenza che scagionò il farmacista sancascianese Francesco Calamandrei dal sospetto di essere  fra i mandanti degli omicidi del "Mostro di Firenze"

    FIRENZE – Nella sua “prima vita” ci sono la voluminosa sentenza che scagiona il farmacista sancascianese Francesco Calamandrei dal sospetto di essere  fra i mandanti degli omicidi del “Mostro di Firenze”, atti dell’inchiesta sulla strage dei Georgofili, l’incriminazione dei nuovi brigatisti rossi capeggiati da Nadia Desdemona Lioce.

    Dopo 40 anni, Silvio De Luca va in pensione dalla magistratura. E riparte. Con curiosità e slancio. Lui, capace di spaziare dalla magistratura civile a tutti i ruoli della giustizia penale, con il culto dell’innovazione tecnologica per cercare di trovare soluzioni alle carenze di organico degli uffici giudiziari.

    Perfino membro del Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la Corte d’appello di Venezia, docente di diritto processuale penale presso la Scuola dei marescialli e brigadieri dei carabinieri di Firenze.

    Da ultimo presidente di sezione penale e, per un periodo, reggente del Tribunale di Prato.

    Tanti incarichi. Tanti ruoli. Tante inchieste. Prima di approdare adesso, all’età di 70 anni, al ruolo di consulente presso lo studio dell’avvocato Matteo Forconi.

    Soprattutto giustizia penale, appunto. A cominciare dagli esordi come giudice di sorveglianza nel Nord Italia in uno dei distretti penitenziari più grandi del Paese.

    “Il contatto coi detenuti, un’esperienza di grande formazione umana e professionale” ricorda il magistrato.

    Subito in prima linea, dunque. E poi ancora, come sostituto procuratore a Cassino per condurre inchieste sulla Camorra, arginare infiltrazioni della criminalità organizzata della Pubblica amministrazione, seguire le trame delittuose attraverso rogatorie internazionali. Poi il ritorno in Toscana.

    Nel primo periodo di applicazione presso il Tribunale del riesame di Firenze sulla scrivania di De Luca arrivano fascicoli scottanti che lo vedono relatore nei procedimenti penali per gli omicidi del “Mostro di Firenze” con Pietro Pacciani imputato. 

    Ma come non ricordare il poderoso procedimento sulle stragi mafiose del 1993, e in particolare quella dei Georgofili, nell’ambito del quale De Luca viene chiamato a redigere, quale relatore, ordinanze sulle posizioni di alcuni degli imputati.

    Il magistrato è poi il Gup, Giudice dell’udienza preliminare, nel procedimento penale per l’omicidio, nel 2003 in un treno, dell’agente di polizia Emanuele Petri ad opera delle “Brigate Rosse”.

    E’ lui che emette il decreto di rinvio a giudizio dell’imputata Nadia Desdemona Lioce davanti alla Corte d’Assise di Arezzo nonché per le rapine aggravate ad opera dello stesso gruppo terroristico.

    Il 22 dicembre 2008, tornato a Firenze, De Luca deposita la complessa motivazione della sentenza emessa quale Gup nei confronti di Francesco Calamandrei, accusato di essere il mandante di quattro dei duplici omicidi attribuiti al “Mostro di Firenze”.

    Ricorda il magistrato: “Svolgemmo un lavoro accurato, giungendo a una meditata sentenza di proscioglimento contro la quale la pubblica accusa ritenne di non appellarsi”.

    Negli ultimi dieci anni, a Prato come presidente di Sezione Penale e per un periodo anche come presidente reggente del Tribunale, De Luca mostra tutta l’intensità della sua passione civile a tutela delle parti più deboli ed esposte alla criminalità, in particolare per il fenomeno crescente dell’usura (a novembre 2014 è relatore al primo report nazionale patrocinato dalla Regione Toscana sul tema: “L’usura nella banca della banca”) e mette a disposizione competenze ed esperienza per ottimizzare il lavoro delle sedi giudiziarie scoperte di personale.

    E’ grazie al magistrato fiorentino che il tribunale di Prato si pone all’avanguardia nell’applicazione della normativa nazionale che va in questa direzione anche grazie all’utilizzo della tecnologia digitale.

    De Luca ha anche partecipato quale relatore a svariati convegni giuridici organizzati dapprima dal C.S.M e, successivamente, dalla Scuola Superiore della magistratura con la presenza di prestigiosi relatori.

    Ora De Luca saluta la magistratura per raggiunti limiti d’età. E inizia la sua seconda vita: proseguirà nella sua attività ultradecennale di giudice presso la Corte di primo grado della giustizia tributaria di Firenze nonché in quella di consulente giuridico sia in campo penale che in campo amministrativo presso lo studio dell’avvocato Matteo Forconi di Firenze e Prato.

    “E’ un nuovo inizio – commenta – spero che sia pieno di soddisfazioni come lo è stata la carriera da magistrato”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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