FIRENZE – Trasformare le criticitĂ emerse durante l’emergenza Covid in un’occasione per rivedere e migliorare il sistema di presa in carico dell’anziano non autosufficiente.
E’ questo l’obiettivo di una delibera della giunta regionale approvata su proposta dell’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli: il provvedimento serve ad avviare un percorso per ripensare il modello complessivo attraverso l’attivazione di un tavolo tecnico cui parteciperanno tutti i soggetti interessati.
“La pandemia ha fatto emergere difficoltà vecchie e nuove, ma anche elementi di forza e capacità di adattamento” ha spiegato Serena Spinelli.
“A partire da queste – ha proseguito – ritengo sia necessaria una riflessione approfondita che apra una fase di cambiamento nella quale vogliamo ridefinire il quadro delle politiche e delle risposte rivolte ai bisogni sociali e sanitari delle persone anziane e in particolare non autosufficienti”.
L’esigenza di ripensare complessivamente il sistema di presa in carico dell’anziano è anche espressione di un mutamento e di un allargamento progressivo delle esigenze della popolazione anziana: in Toscana già oggi gli over 64 sono quasi un milione e si stima che la quota di anziani andrà costantemente crescendo arrivando al 60% del totale nel 2060.
Questa espansione si ripercuote sulle esigenze dell’assistenza sanitaria e sociale, sulla necessità di modulare e diversificare gli interventi nell’ambito delle quattro aree già presenti attualmente: prevenzione, interventi a domicilio, servizi semi residenziali, servizi residenziali.
L’obiettivo del tavolo che andrà ora a costituirsi è quello di incrementare in termini quantitativi e qualitativi le risposte socio-sanitarie sul territorio offrendo, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, una gamma di soluzioni socio-sanitarie modulabili a seconda del tipo di bisogno espresso dall’anziano non autosufficiente.
“Vogliamo ripensare e potenziare la capacitĂ di risposta sul territorio ai bisogni della popolazione anziana, in un’ottica di presa in cura complessiva che metta al centro i diritti, le aspettative e la qualitĂ della vita delle persone, in questo caso di quelle anziane e fragili” evidenzia Spinelli.
“Per questo – ha proseguito – a partire da questa delibera avviamo un confronto che coinvolga tutti gli attori del sistema e i soggetti coinvolti”.
“Il modello che vogliamo attuare – ha aggiunto – dovrĂ rispondere a un nuovo approccio integrato che tenga insieme risposte di residenzialitĂ , anche di livello e tipologie diverse, modulabili sulle diverse caratteristiche e sui diversi livelli di autonomia delle persone anziane, con servizi di assistenza e cura territoriali che in parallelo devono essere rafforzati e strutturati nel senso di una maggiore prossimitĂ , di chiarezza e continuitĂ del percorso di presa in cura, di gestione delle cronicitĂ , che da tempo sono uno aspetti che caratterizzano maggiormente una societĂ con un’etĂ media piĂą alta e con una piĂą lunga aspettativa di vita”.
“Da un lato quindi – ha concluso – serve un miglioramento dell’offerta in termini di residenzialitĂ e dall’altro una sempre maggior attenzione al tema dell’assistenza domiciliare, che consenta di evitare o rimandare l’istituzionalizzazione garantendo alle persone anziane il miglior livello possibile di qualitĂ della vita senza dover lasciare l’ambiente domestico e familiare”.
Il tavolo potrĂ utilizzare i risultati dello specifico gruppo di lavoro costituito a maggio dell’anno scorso, a seguito dell’emergenza epidemiologica, formato da esperti e tecnici che hanno elaborato una serie di proposte di nuovo assetto delle Rsa, con particolare riferimento al potenziamento degli aspetti sanitari, nonchĂ© all’attuazione di nuovi e piĂą evoluti metodi di assistenza e cura di anziani fragili.
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