GREVE IN CHIANTI – Dal 20 gennaio e per qualche mese Abraham, Jude e Toure, coordinati da un docente qualificato, insegneranno inglese e francese ai dipendenti della Coop di Greve in Chianti. I tre ragazzi, partiti dal Mali e dalla Nigeria con la speranza di un futuro si sono ritrovati in Italia ad affrontare un presente di elemosina.
Sino alla scorsa estate, quando Fabio Baldi, presidente della Coop Italia Nuova di Greve in Chianti, in completo accordo con l'intero consiglio ha promosso e attivato con la Cooperativa il Cenacolo, che opera nel centro di accoglienza presso cui sono ospitati, un progetto di inserimento sociale permettendo ai tre ragazzi di lavorare e formarsi presso i negozi di Greve e Panzano dai primi di agosto fino alla fine dello scorso anno.
“Hanno imparato un lavoro, le regole, gli orari, le dinamiche aziendali – racconta Baldi – e durante la cena di Natale abbiamo avuto la conferma che c'è stata integrazione totale con i dipendenti, i soci, i nostri clienti. Quando sono andati via è stato veramente commovente”.
FABIO BALDI – Presidente della Cooperativa Italia Nuova di Greve in Chianti
Un'opportunità importante quella vissuta da i tre migranti fortemente voluta da Baldi e nata dalla convinzione che l'elemosina non sia la soluzione.
“Tutti dobbiamo porci il problema di questi ragazzi e purtroppo non sempre accade – spiega il presidente della Coop di Greve in Chianti – La nostra non è stata una scelta buonista, ma si tratta di impegno civile, un modo per affrontare questo problema che esiste nel nostro territorio e che non deve essere ignorato”.
E il percorso di Abraham, Jude e Toure prosegue anche nel 2017 con una nuova sfida: vestire i panni dei docenti incaricati della formazione linguistica, inglese soprattutto e francese, dei dipendenti della Coop.
“L'intuizione – sottolinea Baldi – l'ho avuta assistendo ad un episodio accaduto in negozio quest'estate: uno dei due ragazzi migranti ha interagito in inglese con un cliente cercando di soddisfare la sua richiesta, mentre per il nostro dipendente la comprensione e l'interazione erano difficili”.
Il corso, deliberato all'unanimità dal consiglio lo scorso mercoledì 11 gennaio, durerà dalle diciotto alle venti ore e si terrà in orario di chiusura del negozio.
“Sarà un'esperienza interessante in cui le gerarchie saranno abbattute e i dirigenti impareranno dagli ultimi arrivati”, commenta Baldi.
Ai ragazzi si aggiungeranno tre nuovi migranti che inizieranno un periodo di formazione all'interno dei negozi Coop, ottenendo un un certificato spendibile ai fini del permesso di soggiorno.
“L'unico rammarico è che quello che abbiamo fatto noi non è stato seguito da nessun altro soggetto nel capoluogo, mentre tanti potevano fare la stessa cosa”, conclude Baldi.
di Luisa Carretti
© RIPRODUZIONE RISERVATA