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venerdì 26 Aprile 2024
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    Lamole, tesoro d’Italia. Il Comune di Greve in Chianti nell’associazione Paesaggi Rurali Storici italiani

    Il sindaco Paolo Sottani ha sancito la propria adesione alla nascitura Associazione presso la sede romana del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

    GREVE IN CHIANTI – Promuovere modelli di sviluppo sostenibile, creare relazioni armoniose tra uomo e natura, conservare e tutelare le tradizioni, le pratiche e le conoscenze rurali e il patrimonio storico Italiano, valorizzare a livello internazionale il Chianti dal punto di vista agricolo, naturalistico e paesaggistico.

    Con il suo “tesoro nazionale”, Lamole, paesaggio rurale storico italiano, iscritto al Registro Nazionale, il Comune di Greve in Chianti ha suggellato il proprio impegno firmando il documento che sottoscrive la nascita dell’associazione Paesaggi Rurali Storici italiani.

    La costituzione di questa nuova rete mette insieme 27 realtà italiane spaziando da nord a sud della penisola.

    A sottoscrivere il documento, insieme agli altri rappresentanti istituzionali coinvolti, è stato il primo cittadino Paolo Sottani che si è recato nella sede romana del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

    L’iniziativa segue il primo Congresso dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico che si è tenuto lo scorso autunno a Firenze.

    “E’ fondamentale entrare a far parte dei siti rurali italiani – commenta il sindaco – parte integrante del patrimonio culturale del nostro paese sotto il profilo paesaggistico, architettonico, economico e turistico”.

    Con i suoi 90 residenti Lamole ha l’estensione più piccola dei paesaggi storici rurali italiani e, nonostante le dimensioni, si distingue per la vitalità sociale e produttiva. 

    “Lamole è un’area rurale viva – spiega il sindaco – abitato da famiglie e produttori che risiedono e lavorano in questo angolo di Chianti, grazie al loro presidio, sinonimo di tutela e cura, il borgo si è potuto conservare e mantenere, gli abitanti hanno sviluppato un profondo senso di appartenenza al territorio, una particolare affezione al luogo dove hanno creato una comunità”.

    E’ l’esempio più rilevante di spopolamento delle campagne nella storia del territorio chiantigiano, nel dopoguerra Lamole contava 900 abitanti. Le capacità e il lavoro dei produttori hanno fatto sì che, nonostante le difficoltà, il borgo si mantenesse in vita e vedesse crescere le potenzialità produttive.

    “Lamole, il più piccolo paesaggio storico rurale d’Italia – sottolinea il sindaco Sottani –  ha una straordinaria vitalità produttiva e sociale grazie al lavoro degli abitanti e degli agricoltori.

    Ciò che contraddistingue il territorio grevigiano, entrato nell’olimpo dei paesaggi storici rurali d’Italia, è la presenza dei particolari terrazzi lamolesi dalle antiche origini.

    Furono per primi i Romani a portare in altura, a Lamole, le coltivazioni della vite e dell’olivo individuando nella posizione, nella perfetta esposizione, nelle caratteristiche di un anfiteatro naturale, protetto a nord del Monte San Michele rivolto al Mar Tirreno, il luogo ideale per le attività agricole.

    La viticoltura di qualità, eseguita sui terrazzi, era famosa sin dall’epoca medievale e venne poi praticata nei secoli successivi. Lamole infatti veniva indicata come una delle culle del Chianti di qualità, caratterizzata da un territorio la cui pendenza mediamente era superiore al 30% e non superava il 50%.

     Il nome del borgo deriva dalla parola latina “lamulae” che significa piccole lame, lingue di terra e si riferisce e gli appezzamenti che si venivano a formare avvicinando i muri, costituiti da sassi, e creando delle terrazze caratterizzate da una larghezza di pochi metri.

    “Siamo felici di poter far parte di un’associazione che mette insieme le ricchezze territoriali italiane – dichiara il sindaco Paolo Sottani – le potenzialità di ciascuna identità storica si intrecciano per creare un elemento unificante”.

    “In un momento in cui le emergenze ambientali ci impongono di intervenire – conclude – il nostro impegno sarà quello di lavorare uniti per contrastare il decadimento dell’attività produttiva, valorizzare, promuovere, potenziare l’agricoltura sostenibile anche in vista dell’agenda 2030, incentivare gli scambi tra l’Italia e gli altri paesi del mondo e sviluppare un turismo di qualità e altamente competitivo”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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