GREVE IN CHIANTI – C’è esasperazione (e rabbia) nella Caritas di Greve in Chianti.
Che dalle pagine del Gazzettino del Chianti torna a lanciare un appello ai cittadini grevigiani e dei dintorni: “Smettetela di portarci immondizia”.
“L’11 luglio – ci dice Caterina Cacioli a nome di tutte le volontarie Caritas – abbiamo scattato una foto dove c’erano tre cartelli gialli: poi, pensando che non fossero abbastanza leggibili, ne abbiamo fatto un altro più grande”.
Ma non è servito a nulla: le persone, nonostante l’annuncio di non lasciare più niente fino a settembre, continuano a utilizzare questo cassonetto giallo (e le sue immediate vicinanza) come se fosse una discarica.
Le volontarie ce lo sussurrano a mezza voce, quasi con pudore, ma dentro e fuori trovano di tutto: fino a pannolini sporchi e indumenti da bambini con ancora sopra del vomito.
Insomma, non solo ancora non si è capito (o non si vuol capre) che fino a settembre qui non si deve portar più niente.
Ma si continua a pensare che questo sia una sorta di “buco nero” dove poter abbandonare di tutto.
Anche il posizionamento dell’ultimo cartello, con tanto di “fettuccia” bianca e rossa, non è servito a nulla.
“Siamo avvilite da tanto disprezzo – prosegue Caterina – Addirittura, e anche di questi non abbiamo foto, il lunedì mattina abbiamo trovato sei sacchi davanti alla porta della chiesa”.
“E il mercoledì – dice ancora – verso le 13, con noi dentro che stavamo mangiando, una persona di Greve ne ha lasciati tre davanti alla nostra porta”.
“Richiamata perché riconosciuta dalle telecamere – conclude – si è scusata dicendo che non aveva visto. A questo punto ci chiediamo: i cittadini di Greve sono distratti o analfabeti?”.
Sì, perché qui non c’è neanche un problema di impossibilità di comprensione.
Sempre a mezza voce dalla Caritas grevigiana ci confermano tutto lo stupore nel vedere (anche dalle telecamere o addirittura in “presa diretta”) i grevigiani, persone anche conosciute, che continuano imperterrite… .
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