STRADA (GREVE IN CHIANTI) – Ci scrivono in quindici. Sono i genitori di alcuni dei futuri alunni della classe prima elementare della scuola “Bucciolini”, a Strada in Chianti: Alessandra Anzovino, Anna Rosa Cabras, Barbara Frappi, Olga Gawronska Karokina, Crina Lakatos, Caterina Pacenti, Andreea Nistor, Manila Pescini, Valentina Riccardo, Mariela Rizzo, Sara Sampoli, Valentina Seracini, Suba Liyanagamage, Weerahannadige Deepika Sandamali, Michela Zoccarato.
“Classe – iniziano nella loro lettera al Gazzettino del Chianti – che accoglierà 27 bambini, tra cui 3 coppie di gemelli. Il numero è oggettivamente elevato, sia per gli scolari che per gli insegnanti. I segnali che tali modalità di insegnamento non funzionano sono noti ed evidenti a tutti noi”.
“Abbiamo incontrato l’uscente preside dell’Istituto Comprensivo di Greve in Chianti – proseguono – per esprimere le nostre perplessità e per chiedere la composizione di due classi, cosa che però non è attuabile secondo le direttive ministeriali. La preside ha sostanzialmente detto di avere poco potere in merito”.
“Ci siamo rivolti anche, tramite pec, al provveditorato agli studi di Firenze ed al Comune di Greve – spiegano ancora – i quali non hanno nemmeno risposto alla nostra email in cui abbiamo espresso le nostre paure e perplessità”.
“La questione è stata esposta verbalmente anche al sindaco ed alla giunta comunale – rimarcano – durante un incontro con la cittadinanza, avvenuto al centro civico di Strada il 15 luglio”.
“In questa occasione – dicono ancora – abbiamo chiesto un intervento sugli spazi dell’istituto, considerando l’ipotesi di allargare almeno una delle aule”.
“L’assessore all’istruzione – sottolineano – ha però risposto che interventi strutturali non sono attuabili, sottolineando come negli ultimi tempi, i tagli alla scuola siano stati di entità enormi”.
“Vogliamo essere ascoltati – incalzano – e vogliamo delle soluzioni. E’ giusto che si sappia in che situazione vivranno i nostri figli, come sarà l’inizio di un lungo percorso scolastico obbligatorio”.
“Vogliamo rendere maggiormente evidente – concludono – che le scelte politiche, che sembrano distanti dalla nostra vita quotidiana, hanno in realtà un impatto pesante, soprattutto sulla vita delle nuove generazioni”.
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