GREVE IN CHIANTI – Nei giorni scorsi abbiamo dato conto di due iniziative organizzate dal Comune di Greve in Chianti per il Giorno della Memoria, presentate dall’assessora Monica Toniazzi (qui).
A questo proposito riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marco Carrai, grevigiano, ex amministratore a Greve in Chianti, attualmente console onorario di Israele per Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia.
Gentile direttore,
leggo sul Gazzettino del Chianti da Lei diretto delle iniziative che durante la Giornata della Memoria del 27 gennaio anche l’assessorato alla cultura del Comune di Greve in Chianti promuoverà ai fini di non dimenticare.
Leggendo però le parole dell’assessore alla cultura Toniazzi non si capisce cosa la Giornata della Memoria evochi e cosa non dobbiamo dimenticare.
Nelle sue affermazioni mai una volta si parla di ebrei, di antisemitismo, di Olocausto, di Shoah.
C’è invece un generico e buonista discorso, ancorché tautologico, legato ai diritti, alla Pace, alla democrazia.
Tutto vero, certo non si polemizza su parole universali e che dovrebbero essere comuni all’umanità in un momento che La Pira, citando Isaia, avrebbe definito il Crinale della Storia.
Ma c’è un ma. Un ma molto subdolo in queste dichiarazioni dell’assessore che, se apparentemente intrise di pace, sono invece frutto di retro pensieri pericolosi.
Gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Ecco l’assessora Toniazzi nel ricordare la giornata della memoria si è dimenticata di citare, anche solo per caso, l’Olocausto, lo sterminio degli ebrei, l’antisemitismo, la Shoah.
Spero che sia solo una brutta dimenticanza, forse un po’ inconcepibile ma tant’è, e non il frutto di una cultura che tratta gli argomenti a seconda delle convenienze ideologiche o politiche un po’ come questi tempi ci hanno abituati.
Marco Carrai
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