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martedì 6 Maggio 2025
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    “Nuovo regolamento edilizio comunale, un’occasione sprecata. Per questo ci siamo astenuti”

    Il gruppo VIVA - Cittadini per Greve in Chianti: "Poteva costituire l’occasione per un confronto da sviluppare non solo all’interno delle commissioni, ma con personalità ed esperti più qualificati sulla materia"

    GREVE IN CHIANTI – “Il sindaco di Greve in Chianti lamenta il fatto che parte della minoranza, ovvero il nostro gruppo VIVA, si sia astenuto invece che votare a favore per l’approvazione del nuovo regolamento edilizio: sentiamo il dovere di chiarire i motivi del nostro voto”.

    Inizia così la riflessione del gruppo consiliare di opposizione VIVa – Cittadini per Greve in Chianti, sul tema del regolamento edilizio appena approvato.

    “Innanzitutto – iniziano – questo regolamento, ancorché riferito al regolamento edilizio tipo regionale, riprende in numerose parti le norme del Piano Operativo, approvato dalla scorso mandato della giunta Sottani e che noi abbiamo fortemente contrastato soprattutto per la quantità di nuove edificazioni ingiustificate ivi previste e per la mancanza di tutela degli edifici storici non notificati e delle loro pertinenze”.

    “A prescindere da questo – proseguono – anche a noi sarebbe piaciuto poter votare a favore e quindi all’unanimità per il nuovo regolamento edilizio. Ed a questo riguardo avevamo proposto una serie di emendamenti a nostro parere migliorativi e necessari, parte dei quali, dopo ampia discussione, sono stati accolti”.

    “Tra questi – ricordano – il riferimento al regolamento comunale del 2008 sulla limitazione dell’inquinamento luminoso da parte degli apparecchi privati e pubblici posti in territorio aperto. Ci attendiamo ora che, oltre ad avere richiamato la cogenza di questo regolamento, il Comune si impegni anche a farlo rispettare, visto che le nostre campagne sono tempestate, durante il periodo notturno, da miriadi di luci che ne alterano totalmente la percezione e l’identità”.

    “Diversi dei nostri emendamenti e delle questioni da noi poste – rilanciano – sono invece stati ignorati. Portiamo ad esempio solo alcune delle questioni che a nostro avviso meritano l’attenzione dei cittadini”.

    “L’articolo 25 del regolamento – spiegano – relativo alle superfici areo illuminanti degli alloggi cita: “non sono ammessi alloggi mono-affaccio, anche a seguito di frazionamento o cambio d’uso. In caso di dimostrata impossibilità, in luogo della ventilazione trasversale o obliqua naturale, possono essere previsti sistemi di ventilazione meccanizzata, tali da garantire idonee condizioni di comfort climatico (rispetto dei valori di ricambio d’aria imposti dalla normativa specifica di settore)”. Il fine dell’articolo era giustamente quello di impedire la realizzazione di nuovi alloggi o frazionamento di edifici esistenti con un singolo affaccio esterno. Sappiamo bene che, con le estati sempre più calde che dobbiamo sopportare, la mancanza di ventilazione contrapposta comporta spesso la necessità di ricorrere ad impianti di condizionamento energivori”.

    “Ebbene – accusano – con questo articolato del testo, questi alloggi monoaffaccio e questi frazionamenti saranno ancora possibili a condizione appunto che si installi un impianto di ventilazione o di condizionamento. Ovvero, il fine dell’articolo è del tutto vanificato”.

    “Altro esempio – proseguono ancora – è la possibilità, prevista dall’articolo 24, di innaffiare le colture agricole da consumare crude (ai fini produttivi) solo con acqua potabile, laddove sappiamo bene che durante il periodo estivo vige sempre più spesso il divieto di usare l’acqua dell’acquedotto per innaffiare gli orti”.

    “Ancora – precisano – all’art. 59, l’obbligo, per le coloriture delle finestre, di usare solo legno dipinto con colore marrone, o verniciato con venatura a vista, come se non facesse parte della nostra tradizione storica la coloritura degli infissi di bianco o di colori diversi. Ciò sarà possibile solo a seguito del reperimento “in base a ricerche storico/testimoniali, della consistenza originaria dell’edificio oggetto di restauro””.

    “Noi pensiamo che l’adozione del nuovo regolamento edilizio comunale – concludono da VIVA – avrebbe potuto costituire l’occasione per un confronto più ampio da sviluppare non solo all’interno delle commissioni consiliari, come è avvenuto anche e soprattutto grazie ai nostri contributi, ma con personalità ed esperti più qualificati sulla materia. Questi i motivi della nostra astensione”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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