GREVE IN CHIANTI – Nessuna colpa per il conducente del pullman che nella notte del 20 marzo scorso è diventata la tomba per tredici ragazzi che stavano vivendo il progetto Erasmus in Spagna, fra i quali sette italiane. Fra loro anche la giovanissima grevigiana Lucrezia Borghi, 22 anni.
A perdere la vita, insieme a Lucrezia, altre due studentesse toscane, Elena Maestrini, 21 anni di Gavorrano; Valentina Gallo, 22 anni, di Firenze. E poi la ventiquattrenne di Genova Francesca Bonello, Elisa Valent, Elisa Scarascia Mugnozza (Roma) e Serena Saracino (Torino).
Ad archiviare il procedimento penale è stato il giudice istruttore del tribunale di Amposta, vicino a Tarragona, dove l'autobus si schiantò in un ammasso di lamiere.
L'autista era stato denunciato, subito dopo l'incidente, per "omicidi per imprudenza". Pare infatti che dalla scatola nera del bus la polizia avesse rilevato numerosi cambi di velocità prima della perdita di controllo del mezzo e lo schianto con il guard rail. Secondo la stampa spagnola lo stesso autista ai tempi disse di essersi addormentato.
Non sarebbero state rilevate invece, sempre dal giudice, evidenze in merito a eventuali utilizzi di cellulare da parte dell'autista, turni di riposo saltati, eccessiva velocità.
Rabbia e indignazione da parte dei familiari delle vittime: c'è chi si chiude in un doloroso silenzio e chi invece annuncia ricorsi e di rivolgersi all'Unione Europea.
di Redazione
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