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sabato 5 Luglio 2025
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    La biodiversità, uno strumento di difesa in agricoltura. E non solo

    È necessario affrontare il grande tema della biodiversità e bisogna farlo coinvolgendo cittadini, agricoltori e comunità scientifica, perchè tutti mangiamo e mangiare è una questione etica!

     

    Per prendere coscienza dell’importanza della salvaguardia delle specie, sia animali che vegetali, va considerato che il prezzo da scontare per la perdita in natura di una di esse risulta enorme dal punto di vista biologico, ma anche economico: una volta che una specie, evolutasi in milioni di anni, si estingue, non potrà più tornare ad esistere.

     

    La biodiversità in agricoltura rappresenta un fattore chiave che oggi deve essere fortemente promosso per molteplici fini.

     

    Partendo dal solo contesto agricolo, possiamo affermare che un sistema agrario biodiverso risulta sicuramente più sano e meno soggetto ad attacchi da parte di funghi, insetti e batteri. Il contrario accade in monocolture specializzate, poichè il patogeno trova un’enorme quantità di materiale da infettare e nessun competitore.

     

    Da questa considerazione ne nasce un’altra: quella dei fitofarmaci e dei diserbanti.

     

    Infatti, in un sistema agrario come quello appena descritto, per contrastare attacchi patogeni, diventa necessario se non obbligatorio effettuare molti interventi con l’utilizzo di sostanze tossiche, cosa che potrebbe essere maggiormente controllata e ridotta in un ecosistema con elevata biodiversità.

     

    Quest’ultimo tipo di ecosistema infatti, grazie alla sua diversità, crea una competizione tra i molti organismi che ci vivono, rendendo così più difficoltosa la proliferazione anche di uno solo di essi.

     

    Da qui il minor utilizzo di prodotti chimici comporta un inferiore impatto sull’ambiente e, di conseguenza, un minor inquinamento.

     

    Si ottiene, in tal modo, un prodotto più etico e naturale, quindi più rispettoso dell’ambiente.

     

    Preservando la biodiversità in agricoltura, in realtà si protegge l’intero ecosistema che la accoglie: rimane lontano e quasi dimenticato il ricordo di un’agricoltura diversificata e ben integrata con i ritmi delle stagioni, con l’ambiente e, dunque, con la fauna che lo popola.

     

    Specie tipiche degli ambienti agrari, che fino a non molto tempo fa erano presenti anche nel Chianti, oggi vi sono solo grazie ad annuali ripopolamenti a scopi venatori e quindi sempre più rare.

     

    Quelle più conosciute sono la lepre, il fagiano, la pernice, la starna e tanti altri uccelli che si nutrono di insetti.

     

    Questi ultimi erano abbondantemente presenti nei campi, mentre ad oggi sono per lo più scomparsi a causa di un utilizzo irrazionale di insetticidi.

     

    La specializzazione agricola, che si è sempre più radicata in molte zone d’Italia, ha compromesso l’equilibrio che si era generato fra agricoltura e ambiente, facendone subire le conseguenze anche alla stessa catena alimentare.

     

    La questione non è di facile soluzione, perchè, se da un lato ci sono certe esigenze di mercato, in parte comprensibili, dall’altro viene alterato un intero ecosistema. Il consumatore, in questo caso, può fare la differenza, poichè, con le sue scelte, può favorire lo sviluppo di un mercato agricolo più sostenibile nel rispetto dell’ambiente.

     

    Ciò che risparmiamo sul cibo, lo spendiamo in salute e ambiente!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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