IMPRUNETA – Era il novembre dello scorso anno quando sul Gazzettino del Chianti demmo la notizia del cane ucciso mentre stava facendo una passeggiata con il padrone, nella zona di Quintole.
Aggredito da un cane di grossa taglia, forse pastore maremmano, che da tempo girava in quella zona.
Un problema che torna in primo piano in questi giorni, portato fino in consiglio comunale dal consigliere di opposizione Gabriele Franchi (Cittadini Per).
"Da molti mesi – inizia Franchi – l’area del comune di Impruneta compresa tra le località di Quintole e Baruffi vive in una situazione di emergenza e terrore. La causa di ciò è un cane di grossa taglia, pelo bianco, razza presumibilmente maremmana, che vaga libero nella zona, aggredendo persone e cani con proprietari".
"In data 5 novembre 2018 – ricorda Franchi – un gruppo di residenti aveva presentato una raccolta firme rivolta all’attenzione del sindaco e del comando di polizia municipale: i circa venti firmatari della petizione denunciavano le numerose aggressioni del cane nelle settimane precedenti, e in particolar modo quella verificatasi sabato 3 novembre, quando un signore era stato aggredito dal suddetto cane vicino alla chiesa di Quintole".
"L’episodio – continua il consigliere comunale – si era concluso con la morte di Argo, il piccolo cane del signore. In virtù di ciò, nell’istanza i residenti chiedevano un intervento tempestivo da parte delle autorità per accalappiare il cane e verificarne la proprietà".
"Nonostante ciò – sostiene Franchi- per due mesi nulla è stato fatto da parte delle autorità, finché a inizio gennaio le aggressioni sono riprese: la vittima, un residente della zona, è stato aggredito insieme ad un vicino nei pressi di Baruffi, riuscendo a mettere in salvo il proprio cane e a scattare una foto del cane aggressore (la vedete in alto, n.d.r.)".
"Tale signore – ricostruisce ancora Franchi – ha così presentato una nuova segnalazione ai vigili e al sindaco, riportando anche il nome del presunto proprietario del cane maremmano. In seguito alla segnalazione di questo nuovo episodio mi sono mosso anch’io, presentando, dopo esser stato contattato da alcuni residenti, un’interrogazione scritta: in essa chiedevo come mai né il sindaco né la polizia municipale avessero risposto per due mesi alle segnalazioni giunte, permettendo che un’intera area del territorio comunale non fosse fruibile in sicurezza da residenti e cittadini; chiedevo inoltre quali misure si intendeva adottare per risolvere al più presto la questione."
"Nel consiglio comunale del 31 gennaio – incalza Franchi – l’assessore Cioni ha risposto all’interrogazione, con un intervento però assolutamente insoddisfacente. L’assessore ha letto una lunga relazione dei vigili urbani, nella quale si dice che in data 24 gennaio è stato fatto un sopralluogo nella residenza del presunto proprietario, accertando come le reti di confine non abbiano falle ma non potendo accertare se il cane di pelo bianco labrador-maremmano presente sia il responsabile delle aggressioni".
"L’assessore – dice ancora il consigliere – ha ribadito come non si possa accertare se il cane aggressore appartenga al proprietario in questione, sebbene egli abbia pagato il residente a cui venne ucciso il cane per fargli ritirare la denuncia: mi chiedo, ma chi pagherebbe per far ritirare una denuncia, se non chi avesse interesse a farlo? Eppure l’assessore ha fatto capire che rimanendo una situazione di dubbio ben poco si può fare, e anzi ha accusato i residenti di essere stati reticenti sulle segnalazioni del possibile proprietario del cane".
"La ciliegina – accusa Franchi – è arrivata però quando Cioni ha detto che fino ad ora le aggressioni sono state solo a cani. Questa affermazione, oltre ad essere falsa, appare incredibile: cosa dobbiamo aspettare dunque, che qualcuno venga morso? Non è accettabile che l’assessore si sia limitato a leggere con arroganza una relazione dei vigili, quando siamo a inizio febbraio e l’area di Quintole e Baruffi è da tre mesi ostaggio di un cane che gira libero".
"Come sempre – conclude – si cerca di minimizzare i problemi e di mettere la polvere sotto il tappeto, ma l’emergenza rimane, e rimane la minaccia di poter subire aggressioni in qualsiasi momento. E’ necessario che la polizia municipale intensifichi il controllo della zona, al fine di poter accalappiare il cane e accertarne la proprietà, non tralasciando la pista che porta al presunto proprietario identificato da molti residenti. Prima che qualcuno si faccia male sul serio, e che la responsabilità penale finisca sull’amministrazione comunale".
di Redazione
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