IMPRUNETA – Tiberio Zingoni è un addestratore di cavalli un po’ fuori dal comune: è infatti anche istruttore 3 stelle del metodo Parelli Natural Horsemanship e rappresentante Working Equitation Nazionale Italiana.
Lo abbiamo incontrato al centro equestre La Cipressaia, nel comune di Impruneta, dove al momento lavora, in attesa che si concretizzi un progetto iniziato 7 anni fa con il Comune di San Casciano (Tiberio vive qui) per la costruzione di un centro ippico sul nostro territorio.
Tiberio trasmette quando parla tutta la sua passione: “Sono sempre stato appassionato di cavalli fin da ragazzino, senza un apparente motivo dato che non frequentavo i maneggi. A 18 anni ho preso il mio primo cavallo ed ho imparato da autodidatta”.
“Poi – prosegue – dopo l’incontro con il mio maestro Franco Giani, ho iniziato nel 2002 il primo corso per il metodo Parelli che mi ha portato fino alla laurea nel 2015 presa in Colorado, negli Stati Uniti.”
Il metodo di cui parla Tiberio è “un addestramento particolare che si fonda sull’insegnare alle persone a comunicare con i cavalli, leggendone il comportamento”.
“Molte volte – ci spiega – viene detto che i cavalli sono stupidi perché fanno cose “esagerate” ma è semplicemente perché essendo prede, vivono nella paura e qualsiasi tipo di movimento può spaventarli”.
Ci racconta meglio come funziona: “E’ composto da una prima fase che si fonda sul creare fiducia e rispetto reciproco, dato che per il cavallo l’uomo è appunto un predatore. Con questo metodo si va a instaurare questo legame, ricercando un equilibrio fra uomo e animale”.
Continua: “La fase successiva serve per approfondire il rapporto, con esercitazioni da terra e attraverso la parte montata. Il metodo prevede proprio quattro aree di comunicazione, due da terra e due da montata”.
Tiberio lavora da novembre alla Cipressaia e ci dice che “è una realtà che mi calza a pennello, un posto pieno di energia positiva dove è possibile svolgere questa attività con passione”.
Ma non è finita qui. Tiberio è anche referente a livello regionale e nazionale di Working Equitation Italia, una disciplina basata sulla “monta da lavoro” composta da quattro prove da eseguire.
Di dressage (capacità del cavallo di eseguire movimenti precisi), di attitudine (superamento di prove con diverse difficoltà), di velocità e di sbrancamento (riuscire a isolare un vitello selezionato da una mandria).
Da quest’anno inoltre collabora con l’associazione mondiale WAWE che permette la possibilità di partecipare a concorsi europei e mondiali.
Anche se, ci dice concludendo, “ovviamente fa sempre piacere vincere ma per me le gare significano soprattutto mettere in pratica quello che insegno e vedere i risultati del mio lavoro”.
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