Il giorno dopo la vittoria alle elezioni amministrative di Impruneta (clicca qui per leggere l'approfondimento) inizia presto per il vincitore Alessio Calamandrei (in foto fra i due sindaci che l'hanno preceduto, Ida Beneforti a sinistra e Maria Capezzuoli a destra). C'è infatti da presenziare all'ufficializzazione del risultato elettorale, che lo ha proclamato sindaco con il 42,74% dei voti.
Un risultato che non può non tenere conto del clamoroso dato sull'astensionismo: all'Impruneta ha infatti votato il 59,5% degli aventi diritto, contro il 62,3% a livello nazionale. Numeri impietosi per una realtà medio-piccola come quella imprunetina, dove il legame con le urne è sempre stato forte.
Un risultato andato al di sopra delle aspettative del Partito democratico, che arrivava al voto dopo le laceranti primarie che avevano consacrato Calamandrei candidato ai danni di Marco Pistolesi, assessore uscente e uomo sul quale quasi tutto il partito aveva puntato.
Elezioni alle quali il Pd arrivava anche dopo un accordo saltato con Sel, Indignamoci e Psi (in realtà quello con il Psi è rimasto in essere, pur convogliato dentro al Pd stesso). Una mancata coalizione di centrosinistra che aveva poi visto nascere la lista Il Coraggio di Cambiare, svincolata da tutti i simboli dei partiti, che aveva candidato a sindaco proprio quel Ricccardo Lazzerini che era stato (a causa ufficialmente del suo voto contrario al piano interprovinciale dei rifiuti in consiglio provinciale) il nome sul quale il Pd imprunetino si era spaccato.
Quindi partito lacerato a livello locale e nazionale, contendente principale forte e agguerrito (e anche molto vicino stando ai sondaggi pre-voto), clima rovente nei confronti dell'amministrazione comunale uscente. Le basi di una vittoria risicata (per non parlare di una improbabile ma non impossibile sconfitta) c'erano tutti.
E invece… . E invece ecco la la "rossissima" Tavarnuzze ha portato in dote al renziano Calamandrei i voti per trionfare. Il dato è questoo (potete consultarlo cliccando in alto sulle icone piccole, dove sono stati inseriti i risultati di ieri e quelli delle amministrative 2008), ed è incontrovertibile: mentre Lazzerini ha vinto in tutte le sezioni di Impruneta capoluogo (la 1, 3, 4, 5 e 6, raccogliendo in tutte e cinque 368 voti in più), Calamandrei ha stravinto in tutto quelle di Tavarnuzze (8, 9, 10, 11 e 12, raccogliendo in tutte e cinque 767 voti in più dell'avversario).
Ampiamente deludenti (per ammissione degli stessi candidati sindaco) i risultati del MoVimento 5 Stelle e di Obbiettivo Comune. Maria Teresa Lombardini invece, che ha fatto praticamente da sola la sua campagna elettorale (candidata per Fratelli d'Italia) esce dal consiglio comunale dopo dieci anni con l'onore delle armi.
Adesso per il Pd è il momento della festa, ma le spine non tarderanno a rifarsi vive. Le spine di un partito tutt'altro che compatto, di un consiglio comunale in cui c'è già la "conta" dei consiglieri in quota al sindaco e alla parte di Pd che invece avrebbe voluto Pistolesi; di una giunta da nominare e per la quale c'è grande attesa.
di Matteo Pucci
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