IMPRUNETA – La mancanza del numero legale per l'approvazione del consuntivo di bilancio, durante l'ultimo consiglio comunale, ha strascichi che potrebbero arrivare fino sul tavolo del Prefetto di Firenze.
E' Francesco Bianchi, consigliere comunale del M5S, ad anticiparlo: "Dopo la mancanza del numero legale di martedì al consiglio comunale, oggi si è arrivati ad un punto insostenibile del mandato amministrativo del governo di Impruneta".
Bianchi parla di una "ingessatura dovuta a dinamiche politiche, ma anche ad applicazioni delle regole a interpretazione". Fa l'esempio "dello sforamento di 4 minuti dell'orario di appello dei consiglieri per permettere un numero legale mancante alle 18.30. Mozioni applicate parzialmente o non applicate, ritardi giustificati, ipotetici rimpasti di giunta che fanno presagire restaurazioni".
"Dall'immobilismo – commenta ironico – al ritorno all'era del bronzo. Insomma non manca nulla per dire che per la maggioranza tutto è permesso mentre cittadini e opposizioni in riga e zitti. Insomma… signor Prefetto ci salvi lei!".
"In attesa di un rimpasto di giunta che non risolve la mancanza di programmazione e di organizzazione – prosegue Bianchi – con un sindaco in balia degli eventi, con molte cose del programma che rimarranno purtroppo sulle pagine di volantini come proclami e progetti irrealizzabili. Insomma, in questo mandato gli elettori si possono accontentare per ora di una piazza (Tavarnuzze) realizzata e poco altro di tangibile?".
"Che succederà nei prossimi due anni? Possiamo continuare così? – chiede Bianchi – Partecipare a sedute come le ultime, considerando che mancano ancora due anni, mi fa pensare ad un piano di battaglia ben più pesante di quanto fatto fin ora. Basta proposte e controllo, ma solo super controllo e opposizione dura".
"Questa situazione – anlizza il capogruppo del M5S – deriva dalla perpetuazione di un apparato politico con persone difficilmente armonizzabili, in ostaggio di promesse politiche, di fiducie mal riposte, di alcune "correnti" da gestire, promesse fatte e non mantenute, deleghe affidate e ora ripensate o da ripensare".
"Ci auguriamo – conclude Bianchi – che vi sia buon senso e ove non si arrivi ad un vero cambiamento (che mi pare impossibile senza innovazione radicale), vi sia ammissione di un progetto fallito, di un timone da affidare ad altri per non schiantarsi come il Titanic in un iceberg chiamato immobilismo e inefficienza, di cui cittadini e opposizioni ormai sono stanchi. Dopo aver pazientato anche troppo ed essere stati disponibili ad un dialogo fin ora mai aperto l'unica parola adesso è… dimissioni, tutti a casa".
di Redazione
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