Caro Direttore, ho letto in questi ultimi tempi le molte prese di posizione che fanno seguito ai provvedimenti comunali sulla circolazione nel centro del nostro paese, Impruneta.
Non considero la sguaiata canea sui social fomentata da chi è preoccupato di perdere il proprio “posto auto pubblico” o di non poter più beneficiare della maleducazione stradale altrui, che sfocia nel bullismo.
Parlo di bullismo non a caso, perché parcheggiare sui marciapiedi, contromano o in mezzo a tutto e a tutti, come moltissimi facevano prima, fa violenza su chi avrebbe diritto al rispetto da parte di tutti delle regole sulla circolazione stradale.
Penso ai pedoni, ai disabili, ai bimbi piccoli, o a chi – semplicemente – vorrebbe circolare senza attendere i “comodi altrui”.
Tornando a noi, abbiamo sostenitori del cambiamento e persone che lo avversano.
Al di là delle idee preconcette, credo che sia interessante esaminare il “progetto” che ha portato alla realizzazione degli stalli per i parcheggi e alla successiva configurazione della piazza, che a mio avviso non convince.
È sufficiente guardare il “rendering” diffuso dal Comune prima dell’intervento e confrontarlo con il reale stato delle cose per ipotizzare che – probabilmente – chi si apprestava a fare importantissime modifiche alla viabilità, non ne aveva ben chiari gli effetti.
In quella specie di schizzo diffuso dal Comune sul sito a dicembre 2023, che proprio non si può chiamare progetto, il disegno dei posti auto sembra fatto “a penna”, in modo non proprio accurato, indica posti auto “in eccesso” e non sembra tenere conto dei vincoli imposti dal codice della strada e dalle altre normative di settore, che invece in fase di realizzazione è stato necessario rispettare.
Da questo “ottimismo delle intenzioni”, non si sa ispirato da chi, è nata la “rivoluzione”, che di fatto è consistita nella chiusura di un senso di marcia, senza alcuna considerazione sugli effetti sia pratici che estetici che avrebbe avuto in concreto.
Il risultato è una piazza tornata bellissima ma assediata da automobili che la imbruttiscono. Una soluzione che scontenta tutti.
Le dico subito che io la soluzione in tasca non ce l’ho perché non è il mio campo.
Tuttavia, se penso alla bellezza di luoghi simili al nostro, mi vengono in mente alcune città dell’Umbria, come ad esempio Spoleto, dove alcuni sindaci illuminati, da molti anni hanno pedonalizzato tutto il centro con ascensori e scale mobili, con risultati sorprendenti in termini di bellezza, turismo e ritorno economico.
Non immagino neanche lontanamente che possa avvenire all’Impruneta.
Tuttavia se immaginare è illusorio, non è altrettanto e frustrante guardare quello che c’è adesso?
Marco
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