IMPRUNETA – Ci ha lasciato da oltre un anno: era il maggio del 2014 quando moriva Mario Gasparri, personaggio conosciutissimo e molto amato all'Impruneta.
Su input del figlio, Franco Gasparri, che l'ha curato assieme alla giornalista del Gazzettino del Chianti Costanza Masini, ecco che è nato "Mario Gasparri – I' Nina raccontato dagli imprunetini" (8 euro, in vendita alla presentazione e, a seguire, nelle edicole di Impruneta), libro che verrà presentato domenica 11 ottobre alle 16 in sala del consiglio comunale, nell'ambito del programma della Fiera di San Luca.
Edito da ComuniChianti Srl, grazie al sostegno di Bcc di Impruneta-Banco Fiorentino, casa del popolo di Impruneta e Gazzettino del Chianti, il libro racconta la storia di Mario con le parole di tanti dei suoi compaesani e familiari.
Con le parole del figlio Franco, della nipote Carlotta, della moglie Franca, del nipote Tullio Del Bravo. E poi del sindaco Alessio Calamandrei, degli ex primi cittadini Ida Beneforti e Valerio Nardini, del presidente della casa del popolo di Impruneta Andrea Giovannini, dell'ex responsabile della biblioteca comunale e dell'Archivio Storico Barbara Salotti.
E ancora di Cesare Vegni, Lucio Ghiberti, Remo Rosi, Renato Merluzzi, Renzo Forni, Vasco Cai.
Scrive il direttore del Gazzettino del Chianti Matteo Pucci nella presentazione: "Pubblicare un libro in cui si parla di Mario Gasparri è, senza tanti giri di parole, un onore. Nei miei anni di frequentazioni imprunetine ho avuto modo di conoscere da vicino Mario, una di quelle persone che facevano star bene… appena le vedevi passare per strada.
Se poi si aggiunge il fatto che quel passaggio davanti ai tuoi occhi avveniva spesso sulla sua inseparabile bicicletta, su cui saliva e da cui scendeva… alla bersagliera (anche se la utilizzava soprattutto per… appoggiarvisi come a un bastone), allora il quadro è fatto.
“I’ Nina”, questo il suo soprannome dovuto a una ciuchina era un uomo che “faceva paese”, che forse anche inconsapevolmente costruiva con i suoi semplici atti quotidiani (un passaggio dalla biblioteca, la presenza in consiglio comunale nelle sedie del pubblico, una chiac- chierata in piazza o alla casa del popolo) un senso di comunità.
Semplice e diretto, senza tanti peli sulla lingua, con quella voce un po’ gracchiante: era un piacere stare ad ascoltarlo. Seduti sotto ai Loggiati della Basilica di Santa Maria oppure, come mi è capitato alcune volte, anche al tavolo di casa sua.
Stringergli la mano era un’esperienza: quelle mani fragili e nodose, che avevano visto passare gli anni e i decenni, erano lì a dirti che la storia di Mario era anche in buona parte la storia di Impruneta. Ringrazio il figlio Franco di averci chiesto di pubblicare questo piccolo volume in suo ricordo: lo abbiamo “costruito” facendo parlare gli im- prunetini, il paese.
Una sorta di “ricordo collettivo” di Mario. Che, speriamo, a chi lo ha conosciuto lo rammenti strappandolgi un sorriso; e che lo faccia un po’ conoscere a chi non ha avuto il privilegio di incontrarlo sulla sua strada".
di Redazione
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