Io penso che quando si finisce un’opera pubblica sia giusto che le istituzioni ne celebrino il termine e la messa a disposizione della collettività.
Sono soldi dei cittadini, sono opere a disposizione dei cittadini.
Ma ci sono situazioni e momenti che dovrebbero suggerire, quanto meno, una riflessione. Del buon gusto. Mostrare che si capisce che c’è momento e momento.
Ieri, venerdì 30 luglio, è stato inaugurato il primo lotto della terza corsia Firenze Sud-Firenze Incisa.
Al di là di tutte le problematiche e le contestazioni all’opera in quanto tale (in particolare per quanto riguarda l’Antella), su cui non mi soffermo in questo caso, e sui tempi per la sua realizzazione, mi chiedo se i vertici di Autostrade (e a cascata anche le istituzioni presenti, Regione e Comuni) abbiano minimamente capito quanto disagio stiano vivendo le persone che si trovano a dover avere a che fare con i lavori iniziati a giugno in questo tratto autostradale.
Un disagio pesante, continuo, diffuso.
Sia per chi utilizza il tratto Fi Sud-Fi Nord come “tangenziale” alla città di Firenze; sia per chi arriva dalle zone limitrofe e la deve utilizzare per lavoro (pendolari, auto trasportatori, corrieri…).
I lavori nelle gallerie fino a fine agosto, le due rampe chiuse a Firenze Impruneta, le modalità con le quali Autostrade ha avviato questi cantieri (che hanno fatto infuriare anche i sindaci) sono ben vive nella quotidianità di tanti.
E allora ecco che in questo brillante momento, Autostrade inaugura in pompa magna un’opera zoppa.
Definendo, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, la distanza siderale con i cittadini e le comunità locali.
Dispiace che le istituzioni si siano prestate (certo, non potevano fare altrimenti) a questo taglio del nastro.
Ma dispiace soprattutto che nell’occasione nessuno (delle istituzioni stesse) abbia ri-messo i puntini sulle i, su questi lavori partiti all’improvviso, e che tanti disagi stanno causando. Richiamando Autostrade a rispettare alla lettera le scadenze.
Neanche il presidente della Regione Eugenio Giani, che nei giorni roventi delle chiusure su Firenze-Impruneta e delle code interminabili, non ha speso (almeno pubblicamente) mezza parola sulla questione.
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