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lunedì 4 Novembre 2024
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    A spasso nel tempo, viaggiando sui mezzi di locomozione. “Le ruote della vita” corrono a Chiesanuova

    La mostra è aperta fino al 26 giugno nella sala espositiva del Crc Chiesanuova. L'assessore Moreno Cheli: "Celebriamo due importanti avvenimenti..."

    CHIESANUOVA (SAN CASCIANO) – Con una trentina di esemplari in mostra, tra mezzi di locomozione, cimeli e modelli museali, che riproducono il primo motore a scoppio sperimentato da Padre Barsanti sulla via Volterrana, ha aperto i battenti la mostra “Le ruote della vita”, aperta fino al 26 giugno nella sala espositiva del Circolo ricreativo culturale di Chiesanuova.

    L’evento ricostruisce la storia dell’auto, della moto, della bicicletta dai primi del 900′ fino ai nostri giorni e parallelamente crea un palcoscenico privilegiato d’eccezione su cui sfilano alcuni costumi e abiti dell’epoca.  

    “L’iniziativa è frutto della collaborazione tra il Circolo e l’associazione il Paese dei Balocchi  – dichiara il sindaco Roberto Ciappi – offre un approfondimento scientifico-culturale e un’importante occasione di riflessione sullo sviluppo del rapporto tra uomo e territorio”.

    “E’ un omaggio che ruota intorno ad una delle più importanti scoperte italiane del secolo scorso – spiega l’assessore Moreno Cheli – accendiamo i riflettori sulla vita dell’epoca focalizzando l’attenzione su due avvenimenti storici che videro protagonista via Volterrana: i 148 anni della nascita di Chiesanuova lungo la nuova variante che evitava la salita alla Romola e i 169 anni dal deposito all’Accademia dei Georgofili del documento descrittivo dell’invenzione del primo motore a scoppio”.

    Lungo via Volterrana, antica viabilità romana chiamata anche via del Sale che, insieme alla via Francigena, è la più antica della Toscana, Padre Eugenio Barsanti fece il suo primo esperimento di scintilla.

    Accendendo un liquido infiammabile fece scaturire una piccola esplosione. Erano i primordi del motore a scoppio.

    Nel 1853 Padre Barsanti, matematico e fisico, insieme all’ingegnere Felice Matteucci, depositò presso l’Accademia dei Georgofili una memoria storica sulla scoperta. 

    Fu poi nel 1874, alle soglie delle grandi scoperte e delle rivoluzioni industriali e tecnologiche del Novecento, periodo in cui aleggiavano la voglia di cambiamento e le atmosfere da “Belle époque”, che la Volterrana, con la realizzazione di una variante, iniziò ad essere solcata da auto, moto e biciclette, non più da carri pieni di legna e raccolta delle pigne da pinolo.

    L’opera viaria favorì la nascita del centro abitato di Chiesanuova e lo sviluppo dei suoi insediamenti urbani.  

    “La mostra – dichiara il coordinatore dell’evento Agostino Barlacchi – scorre infatti sulle strade del progresso e della tecnologia in un percorso di lettura didattico e culturale che mostra come un tempo si viaggiava e ci si vestiva”.

    IL VALORE STORICO E SCIENTIFICO DELLA MOSTRA

    L’evento espone vari esemplari di valore storico come, nel campo automobilistico, la Peugeot Quadrilette del 1921, la Fiat 509 del 1927.

    In mostra la famosa bicicletta “gladiator”, primo velocipede del 1910 quando Alexandre Darracq, ricco industriale francese fondò quella che poi sarebbe divenuta la famosa alfa e poi ci successivamente “Romeo”.

    Una utilizzata dai pompieri d’inizio Novecento, la bici storica con la quale Franco Bitossi partecipò al campionato del mondo nel 1970 e quella di Evgeni Berzin che visse la cronometro nel ’95 al Giro d’Italia, e alcune biciclette con cui corsero Bartali, Coppi e Pantani.

    La mostra ospita numerose biciclette d’inizio secolo, moto del periodo neorealista e quelle che segnano l’Italia del boom economico.

    Inoltre si potranno ammirare, tra gli oggetti originali, un frammento del binario della locomotiva Rocher di Louis Stephenson della famosa ferrovia Napoli-Portici, un montante originale del dirigibile Graf Zeppelin dinosauro del progresso dell’epoca.

    Al centro della mostra non poteva mancare il primo motore a scoppio di Barsanti e Matteucci, concesso dal museo lucchese dei due inventori.

    Nel 1853 il padre e l’ingegnere illustrarono il funzionamento in alcuni documenti brevettandoli in diversi paesi europei come l’Inghilterra, la Francia, la Germania, in Italia depositarono le memorie presso l’Accademia dei Georgofili.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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