SAN CASCIANO – Girovagando per il Chianti è facile soffermarsi ad ammirare le belle case coloniche contornate da vigneti e oliveti: immagini che fanno il giro del mondo, impresse su cartoline e foto.
Ma in quanti si chiedono chi sia stato a dare questa forma a tanta bellezza? E’ stato il duro lavoro dei mezzadri, i quali oltre a combattere contro le insidie dei cicli delle stagioni per la riuscita di un buon raccolto, spesso dovevano fare i “conti” con i padroni che riconoscevano spesso solo i doveri e poco i diritti.
In queste battaglie dei mezzadri per far sì che si riconoscessero i diritti, c’è stata una donna che non solo ha lottato per la sua famiglia, ma soprattutto per tante altre.
Bianca Benelli che sabato 8 giugno, è venuta a mancare all’età di 85 anni. Lei che era riuscita a vincere dure lotte nel sindacato, non è riuscita a sconfiggere il male. Ma chi era Bianca Benelli? Ad aiutarci a scrivere brevemente la sua storia, è la nipote, Franca Benelli.
"La zia – racconta – era nata il 21 novembre 1928 a San Casciano vicino al fiume Pesa da una famiglia di contadini. Dalla Pesa si spostarono a Mercatale in un’azienda di Caserotta come mezzadri. La famiglia era composta da diverse persone, mia mamma Ada e la zia Bianca da parte del nonno Modesto e la nonna Assunta. Mentre l’altra famiglia era composta da Davide detto “Gere”, sposato con Natalina. Avevano due figli, Maurizio e Franca".
"All’epoca – continua – la zia Bianca era una giovane diciassettenne che come tutte le giovani mezzadre aiutava la famiglia lavorando nei campi. Alzandosi la mattina alle 5 per andare a fare l’erba per le mucche, per poi proseguire in tanti altri lavori per circa quindici ore il giorno. Di famiglia antifascista, Bianca non riusciva a sopportare i soprusi, le sottomissioni, il dover dare la metà della produzione dei campi al padrone".
"Così – prosegue Franca – nel dopoguerra iniziò l’attività sindacale e politica per il superamento della mezzadria, per una maggiore riorganizzazione dei lavoratori, costretti a vivere in stato di sottomissione. In case dove mancavano l’acqua, la luce, i servizi igienici. L’impegno era grande, avendo solo la licenza elementare iniziò a studiare praticando i corsi serali, arrivando così impiegata all’interno del sindacato".
Perché, sottolinea Franca, "probabilmente è stata una delle prime donne ad affrontare problemi che all’epoca si addicevano più agli uomini, trovando anche dissensi in famiglia che aveva il timore, per il suo impegno, di essere mandata via dal podere".
Bianca però è una donna forte e determinata, tanto che è stata una delle fondatrici dell’U.D.I. (Unione Donne Italiane) per l’emancipazione della donna. La crisi dell’agricoltura raggiunge il colmo intorno alla metà degli anni ’60 ed è nel 1967 Bianca che va a dirigere la Lega dei braccianti e dei mezzadri a Scandicci.
In quel periodo piano piano i mezzadri vanno a sparire, lasciando la terra per andare a fare gli operai in fabbrica: e sono stati in molti coloro che grazie all’aiuto di Bianca sono riusciti a compiere questo passaggio.
Lei inizia a seguire le vertenze degli operai, andando a dirigere il sindacato degli Edili e dei Chimici: è chiamata come segretaria della Camera del lavoro di Scandicci e anche di Lastra e Lastra a Signa. Negli ultimi tempi fu invitata anche a ricoprire incrichi a livello nazionale, ma prima di accettare rifletté a lungo.
Poi decise di non accettare, riamanendo vicina ai suoi cari che ormai, anziani e malati, avevano bisogno di lei. Arriva anche l’età della pensione, ma non molla la sua attività: entra a fare parte dello Spi Cgil, sindacato pensionati di San Casciano, senza dimenticare le sue radici contadine, lavorando fino all’ultimo un piccolo appezzamento di terreno vicino a Decimo.
Poi la morte è arrivata in un letto di ospedale, possiamo dire anche un po' inaspettata perché l’ultima telefonata Bianca la fa alla nipote Franca. Dicendole di portarle alcune cose: tra queste una borsa che conteneva tre libri, uno di questi dal titolo “Cittadini a Scandicci” (Florence Art Edizioni) a cui teneva in modo particolare poiché riportava, tra le altre, una sua intervista dove descriveva la sua vita da mezzadra a sindacalista. Ma anche un libro di Niccolò Machiavelli.
I funerali si sono tenuti nella chiesa di Santa Maria al Prato della Misericordia alla presenza di parenti e tanti amici. Che con lei hanno passato momenti indimenticabili.
di Antonio Taddei
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