SAN CASCIANO – Era il 19 marzo quando avevamo raccolto la testimonianza di Alberto D’Acunzo, 27enne sancascianese bloccato a Lima, in PerĂą, dall’emergenza mondiale del Coronavirus.
Giovane ma esperto di viaggi, Alberto ci aveva raccontato con grande luciditĂ la “marea Covid-19” che stava montando anche nel Paese sudamericano. La volontĂ di tornare a casa. Le difficoltĂ .
Oggi possiamo dire con sollievo che Alberto, finalmente, è a San Casciano. A casa. Ed è lui stesso a raccontarci l’odissea del ritorno. Un’odissea comune a tanti italiani all’estero, purtroppo inevitabile in un momento globalmente drammatico come quello che stiamo vivendo.
“Eravamo in costante contatto con l’ambasciata italiana – racconta Alberto – che provava a organizzare voli commerciali con compagnie private, ma piĂą che altro per l’Europa in generale, quindi aperti a tutti i cittadini europei. Ma non c’è mai stata possibilitĂ di inserirci in questi voli, anche a causa dell’aviditĂ di queste compagnie aeree che non hanno mai smesso di cercare il lucro sulla disperazione delle persone”.
“Faccio un esempio che ci ha toccato personalmente – prosegue – Il mio amico e compagno di viaggio Valerio aveva il volo di ritorno originario con KLM-Air France, e dall’ambasciata ci comunicarono della possibilitĂ di un volo commerciale di questa compagnia, a cui avevano la precedenza i possessori di un biglietto. Cos’è successo? Invece di mettere in lista chi aveva la precedenza, la compagnia ha messo in vendita i biglietti a 1.500 euro: chiaramente andati subito a ruba”.
“DopodichĂ© – riprende – giovedì 26 marzo (o venerdì 27, non ricordo bene) l’ambasciata ci ha comunicato che avevano abilitato un volo della compagnia italiana Neos per il 30 di marzo, e che i biglietti sarebbero stati messi in vendita sul sito della compagnia a 800 euro. Per fortuna siamo riusciti ad acquistarli: il ritrovo era alle 6 di mattina del lunedì 30 marzo, di fronte all’ambasciata”.
Continua nel suo racconto Alberto: “Quel giorno ci hanno radunato dentro la struttura, controllato i documenti, misurato la febbre e caricati sui bus. E, scortati dalla polizia peruviana, ci hanno portato all’aeroporto militare di Lima, dove verso le 14, passati tutti i controlli, ci siamo imbarcati sul volo, che dopo un piccolo scalo tecnico a Cancun è arrivato a Milano Malpensa intorno alle 14 di martedì 31 di marzo”.
“Le operazioni di sbarco sono durate un paio d’ore – continua nel suo racconto –Â ma per fortuna sono riuscito a prendere l’unico treno per Firenze alle 17.20 dalla Stazione Centrale di Milano, arrivato a Santa Maria Novella alle 22.20. E dopo quasi due 36 ore dall’uscita di casa a Lima ho raggiunto la mia abitazione a San Casciano, stanco ma felice di essere tornato”.
“Ora – conclude – sto passando la quarantena per l’isolamento fiduciario, come tutti coloro che rientrano dall’estero. Fra dubbi e pensieri, come la maggior parte delle persone, sul difficile rientro nel mondo del lavoro, e su cosa ci porteremo dietro da questa esperienza. Intanto mi godo il ritorno a casa, al mangiare italiano che mancava da un po’. Vorrei ringraziare l’ambasciatore, il console e tutti i funzionari italiani a Lima, che con il loro operato, la loro professionalitĂ e la loro costante presenza ci hanno permesso di tornare alla… normalitĂ ”.
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