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giovedì 25 Aprile 2024
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    Arte e restauro: si apre nuovo percorso di studi e di ricerca al Museo di San Casciano

    E’ in fase di restauro, con l'allestimento di un laboratorio temporaneo, l'unica scultura autografa di Gino Micheli. Artista del quattordicesimo secolo, fu collaboratore di Andrea Pisano

    SAN CASCIANO – La pandemia non ferma l’arte e la sua tutela e conservazione. Dalle colline della chiesa di San Lorenzo a Castelbonsi, nella campagna di San Casciano, alle sale del Museo di San Casciano.

    Il viaggio alla ricerca della bellezza originaria della Madonna col Bambino in marmo policromo, datata 1341, si arricchisce di un nuovo percorso di studi.

    La sola scultura che si conosca autografa di Gino Micheli, il cui nome non compare in nessun documento se non sul basamento della statua di San Casciano, sarà al centro di un’importante opera di restauro.

    E’ stato avviato infatti nei giorni scorsi, all’interno del Museo d’arte di San Casciano, l’intervento proposto dalla Compagnia del Suffragio di San Casciano e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze con la particolarità che il percorso di studio e di ricerca della scultura sarà reso visibile al pubblico durante le operazioni di recupero.

    Immaginiamo un museo, quello intitolato a Giuliano Ghelli, abbracciato dalla storia delle mura di San Casciano, dove i capolavori dell’arte italiana e internazionale non solo si osservano e si ammirano, nelle diverse sezioni in cui sono esposte, come la sala dedicata ai reperti etruschi, l’arte sacra, quella medievale e rinascimentale e lo spazio vocato all’arte contemporanea.

    Ma vi riprendono anche vita, colore e lucentezza originale, sotto le abili mani di chi, guidata dall’intuito e dall’arte del restauro, le riporta alla luce in un laboratorio live che sarà possibile seguire in diretta, nel rispetto delle misure antiCovid.

    Immaginiamo un’opera in marmo policromo di rara manifattura, l’unica siglata Gino Micheli, di cui si conferma la paternità.

    E mettiamo insieme le due grandi opportunità di conoscenza che aggiungono un tassello fondamentale alla storia dell’arte del quattordicesimo secolo.

    Da un lato la Madonna col Bambino, realizzata nel 1341 dallo scultore toscano di cui si conosce solo la data di morte (1350), dall’altra la possibilità di “entrare” a far parte di un progetto culturale di ampio respiro: l’arte partecipata attraverso l’installazione di un laboratorio di restauro temporaneo a porte aperte, Dpcm permettendo.

    Gino Micheli è autore di opere e rilievi che eseguì come collaboratore di Andrea Pisano, alcuni dei quali conservati tra le sale del Museo del Bargello e dell’Opera del Duomo.

    L’artista ha partecipato all’esecuzione di alcuni rilievi del campanile di Giotto di Firenze. A lui sono attribuiti anche la Tomba di Francesco e Simone dei Pazzi nella loggia del fianco nord della chiesa di Santa Croce di Firenze.

    Grazie alla restauratrice Maura Masini, che per il Comune di San Casciano svolge l’incarico di assessore, ha deciso di offrire alla comunità un’occasione culturale inedita per il pubblico del centro espositivo sancascianese, si è aperto un laboratorio di restauro all’interno del museo d’arte, con accesso da via Roma, condiviso con la biblioteca comunale, eventualmente aperto alle scolaresche e ai visitatori su prenotazione nel momento in cui i decreti legislativi anti Covid lo permetteranno.

    “Il progetto – spiega la restauratrice Maura Masini – promuove lo studio e la ricerca della policromia originale. Gli step del restauro che seguiremo sono l’osservazione, la valutazione estetica, con strumenti e tecniche specifiche tra cui l’apertura di microscopiche finestre e saggi, necessari alla definizione della policromia sottostante”.

    “Effettueremo un’analisi stratigrafica – anticipa – convalidata dai prelievi e dalle osservazioni effettuate con strumentazioni avanzate per la diagnostica. Al momento sono impegnata ad eseguire piccole aperture stratigrafiche, corredate di documentazioni accurate con mappature e fotografie, su cui indagare scientificamente e confrontarsi sul piano filologico”.

    “In seguito ai risultati delle stratigrafie – prosegue – in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, assisteremo al proseguimento del restauro”.

    L’assessore tiene poi a precisare il carattere scientifico dell’operazione.

    “In base ai risultati ottenuti il restauro conservativo si potrà spingere verso quello estetico – conclude –  il progetto è finalizzato alla ricerca dell’originale, lavorando sull’opera scultorea nasce l’esigenza di revisionare e studiare l’estetica legata alla policromia, caratteristica rara e presente nell’opera di Gino Micheli”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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