SAN CASCIANO – La festa del patrono di San Casciano (San Cassiano) del 13 agosto, è molto sentita non solo dalle persone che arrivano per l’occasione anche dai comuni limitrofi, ma in particolare (ovviamente) dai sancascianesi.
Tanti sono coloro che nei giorni precedenti la festa si danno da fare affinché siano attribuiti al meglio gli onori al Martire San Cassiano, ognuno con precisi compiti.
Per la processione ci sono le varie compagnie come quella del Suffragio, della Misericordia, il Coro parrocchiale, i vari ordini religiosi. E anche il Corpo Musicale “Oreste Carlini”. Ofgnuno con un ruolo preciso.
La reliquia di San Cassiano è nelle mani del sacerdote, mentre la sua Statua, molto pesante, viene portata da un gruppo di uomini.
Ebbene tra questi (molto robusti), quest’anno sono subentrati nuovi parrocchiani. E la particolarità è che sono dei figli… andati ad aggiungersi al padre: Antonio Fusi.
"Sono circa dieci anni – ci dice Antonio – che porto il Santo in coppia con Gino Pecci. Non si programma niente e non c’è una Compagnia o un gruppo preposto alla statua del Santo, ma spontaneamente tutti gli anni ci ritroviamo in Propositura in cinque o sei parrocchiani, è un piccolo impegno devozionale".
"A volte – ammette sorridendo – quando arriviamo a prendere la statua, sembra che non siamo a sufficienza, ma poi qualcuno salta sempre fuori! Quest’anno mio figlio Pierguido è diventato maggiorenne e, visto che l’età per me avanza, ho chiesto anche agli altri miei figli (Francesco e Lorenzo) se si sentivano di continuare questa tradizione".
"All’inizio – conclude Antonio – erano un po’ perplessi, ma poi ci siamo ritrovati tutti intorno alla statua del Santo e alla fine della processione li ho visti sudati fradici ma contenti. E’ stata un’esperienza condivisa, un po’ di fatica, non la chiamerei sofferenza che è ben altro, che vale una preghiera".
Anche questa è la festa del Patrono. Che, come sempre, si è chiusa con i fantastici fochi artificiali seguiti dal Piazzone dal viale Garibaldi da un numero enorme di persone.
di Antonio Taddei
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