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venerdì 16 Maggio 2025
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    Giornata mondiale del Rifugiato: a San Casciano la visita al Museo Ghelli e la storia di Alseny Diallo

    Al fianco del parrucchiere Paolo Parenti, ha imparato un mestiere che ama profondamente, come la comunità che lo ha accolto: il suo racconto

    SAN CASCIANO – La voglia di farcela, di trovare una vita migliore, lo hanno portato ad attraversare i pericoli del Mediterraneo: a lasciare la Guinea per raggiungere San Casciano, dove oggi lavora e vive con la famiglia.

    Il ricordo della tragica odissea a bordo di un barcone che ha messo a rischio la sua stessa vita, unito all’idea di un futuro più giusto e il desiderio di sentirsi cittadino a tutti gli effetti, con i diritti uguali agli altri, sono la ragione e il sentimento che hanno spinto Alseny Diallo a non perdere mai la speranza.

    Gli occhi e la bocca sorridono mentre tiene in equilibrio forbici e pettine e fa scivolare le mani tra i capelli del cliente, divenute ormai gli esperti strumenti del mestiere di parrucchiere, ad accompagnare e realizzare il suo progetto di vita, professionale e umano.

    Perché, Alseny Diallo, 26 anni da compiere ad agosto, è riuscito a dare forma ai suoi sogni.

    Da sette anni lavora come parrucchiere nel negozio di Paolo Parenti, uno dei coiffeur per uomo e donna più conosciuti del centro storico del capoluogo.

    Si sente come nato due volte: la prima in Guinea, la seconda nel Chianti fiorentino, figlio di un’intera comunità, quella sancascianese, che lo ha accolto, aiutato, ne ha seguito il percorso di crescita e di integrazione sociale, culturale, lavorativa.

    Giunto all’età di 16 anni a San Casciano, è stato supportato dal sistema di accoglienza che l’amministrazione comunale allora aveva messo in piedi con le associazioni e i soggetti preposti.

    Ha frequentato la scuola di italiano e imparato la lingua al fianco delle volontarie e dei volontari del paese. E, successivamente, è stato inserito in un progetto lavorativo grazie alla disponibilità del parrucchiere sancascianese Paolo Parenti.

    “Imparare e lavorare al fianco di Paolo è una delle cose migliori che mi siano capitate nella vita – dice Alseny Diallo – non avevo mai pensato di fare il parrucchiere. Nelle mie prime esperienze mi sono sperimentato come imbianchino, mi piaceva anche, ma poi ho scoperto una passione per questo mestiere e mi sono buttato”.

    “Con la generosità di Paolo – aggiunge – non solo ho appreso tutto ciò che c’è da sapere in questo campo, ma ho continuato a sognare, a investire su me stesso. Paolo mi ha dato fiducia ed io gliene sarò sempre grato”.

    Alseny Diallo ha acquisito piena autonomia economica, ha permesso alla moglie di raggiungerlo a San Casciano, sostiene le spese dell’affitto della casa e della famiglia. Che nel frattempo si è allargata, ora che da due anni è diventato anche padre.

    Prossimo obiettivo: aprire un’attività tutta sua nella San Casciano che ama e dal quale ha ricevuto tanto: “Imparo ogni giorno – conclude – e continuerò a farlo anche da futuro imprenditore, a Paolo e a tutta la comunità sancascianese rivolgo un immenso grazie”.

    Alseny Diallo e Paolo Parenti, al lavoro

    “Il percorso di Alseny, titolare di protezione internazionale – ha tenuto a sottolineare il sindaco Roberto Ciappi in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, che si è celebrata anche a San Casciano con una serie di iniziative – è un modello di integrazione che ha coinvolto attivamente e reso protagonista tutta la comunità che ancora una volta si è mostrata aperta, sensibile e solidale”.

    Il progetto diffuso, attivo a San Casciano, è quello del SAI finalizzato ad offrire accoglienza, orientamento, educazione, formazione e riqualificazione professionale ai titolari di protezione internazionale, finanziato dal Ministero degli Interni.

    Attivo dal 2017, con 35 posti di accoglienza sui due territori di San Casciano e Barberino Tavarnelle, il SAI ha accolto 121 persone, di cui 87 inseriti in progetti di inclusione lavorativa e alloggiativa. In questi anni sono stati attivati oltre 240 corsi di formazione, 30 tirocini formativi e 135 inserimenti lavorativi nelle aziende locali e molti ex ospiti oggi vivono e lavorano sul territorio e sono cittadini integrati.

    “Il progetto funziona, abbiamo raggiunto importanti obiettivi di integrazione e inserimento nel tessuto sociale ed economico del Chianti – spiega Marco Bruni, coordinatore SAI – attraverso il lavoro di un’équipe multidisciplinare ci occupiamo di fornire accoglienza materiale, mediazione linguistica e culturale, orientamento ai servizi, formazione e riqualificazione professionale”.

    La Giornata mondiale del rifugiato ha offerto l’occasione di organizzare anche un’iniziativa trasversale e itinerante nel Chianti, ricca di appuntamenti tra letture, biblioteche viventi, partite di calcio nei territori di San Casciano, Barberino Tavarnelle e Greve in Chianti.

    L’iniziativa, promossa da Coop21, Misericordia di Barberino Tavarnelle e Oxfam Italia, in collaborazione con i Comuni di San Casciano (ente capofila progetto SAI), Barberino Tavarnelle e Greve in Chianti, ha proposto ieri mattina una visita guidata al Museo Ghelli con facilitazione linguistica, guidata dalla direttrice del museo Nicoletta Matteuzzi, nonché coordinatrice del Sistema museale Chianti Valdarno.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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