SAN CASCIANO – Sarà presentato venerdì 6 maggio presso la biblioteca comunale di San Casciano, in sala “Lucia Bagni” (via Roma 37), alle ore 21.30, il romanzo del sancascianese Leonardo Giani dal titolo “Il primo passo” (edizioni LuoghInteriori).
A presentarlo, insieme all’autore, ci sarà il sindaco di San Casciano Roberto Ciappi.
Abbiamo incontrato Leonardo Giani alla vigilia dell’evento.
Leonardo, questo è il suo primo romanzo, com’è nata questa voglia di scrivere?
“In realtà ho sempre scritto, a partire dal liceo. Brevi racconti che però non ho mai pubblicato. All’Università iniziai a scrivere un libro di circa ottanta pagine; un libro di avventura che non ho mai portato avanti. Finito l’Università, iniziato il dottorato e il percorso accademico, sfogai la vena creativa nelle pubblicazioni scientifiche: lì c’è il rigore scientifico ma anche la parte di creatività”.
E poi?
“Finita la fase dell’accademia sono entrato nel mondo del lavoro come legale. E, successivamente, presso un’associazione di fondi di investimento con sedi a Milano e Roma. Per arrivare al 2015, quando ho iniziato a mettere mano al romanzo che vado a presentare”.
Che cosa possiamo anticipare?
“Come in tutti i romanzi c’è una parte autobiografica, però ho cercato il più possibile di staccarmi dal personaggio. In sintesi è la storia Adriano, un giovane avvocato che lavora a New York. Era stato sempre il suo sogno lavorare lì. A un certo punto si rende conto che non solo a livello lavorativo, ma anche a livello sentimentale, fidanzata e lavoro lo stanno un po’ “stritolando”. Un giorno riceve un’e-mail da un avvocato di Milano, che lo avvisa della morte dell’anziano nonno, scrivendo che gli ha lasciato una cosa che non ha valore economico, però lo prega di non dire nulla ai parenti”.
E quindi…?
“Dopo i funerali Adriano si presenta allo studio dell’avvocato. Il quale gli consegna una lettera dove il nonno gli scrive di andare sull’Appennino Tosco-Emiliano, nel paesino di Cutigliano, dove deve rintracciare una signora che gli darà indicazioni per recuperare una cosa molto importante”.
Perché proprio sull’Appennino?
“Perché lì il nonno aveva combattuto durante la seconda guerra mondiale come partigiano. Adriano parte così alla ricerca, che poi lo porterà a scoprire cose che erano avvenute durante la Resistenza, arrivando…”.
E qui ci fermiamo.
“Certo, lasciando al lettore la scoperta di ciò che accadrà”.
Le zone dell’Abetone peraltro, dove si svolge il romanzo, sono da lei ben conosciute…
“Sì perché fin da piccolo nel tempo libero vado lassù a fare delle passeggiate in mezzo alla natura. Fu il dottor Zerini che consigliò ai miei genitori di portarmi lì in vacanza: da allora è stata la mia meta prediletta. Ancora oggi vado nella stessa casa dove ero stato da bambino”.
Il lettore dunque, libro alla mano, può percorrere quei sentieri che ha fatto Adriano nel romanzo?
“Sì, sono riconoscibili”.
Il suo primo libro avrà un seguito?
“In realtà per me sarebbe finito così. Vediamo come risponderanno i lettori dopo averlo letto…”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA