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giovedì 25 Aprile 2024
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    Inaugurazione della nuova Laika: la gioia del segretario Fiom-Cgil Daniele Calosi

    Venerdì 26 febbraio il grande giorno: "Merito di tutti coloro hanno lottato in un rapporto esemplare"

    PONTEROTTO (SAN CASCIANO) – Che arrivi o meno il premieri Matteo Renzi (ci dovrebbe essere sicuramente colui che l'ha sfidato alla guida del Pd nazionale, ovvero il presidente regionale Enrico Rossi), quella di venerdì 26 febbraio sarà una giornata di festa per San Casciano e per il Chianti.

     

    Si taglia infatti il nastro del nuovo stabilimento della Laika al Ponterotto e in primis, ed è bene sottolinearlo, sarà il giusto tributo ad azienda, lavoratori, sindacati e istituzioni (in particolare i Comuni di San Casciano e Tavarnelle) che tanto hanno lavorato in questi anni per arrivare al momento dell'inaugurazione.

     

    Un'inaugurazione che nel recente passato è anche apparsa come una sorta di chimera irraggiungibile: tante le battaglie che ha vissuto questo trasferimento da Tavarnelle a San Casciano. Tanti gli interessi particolari che hanno cercato di mettere i bastoni fra le ruote all'interesse più generale. Ovvero quello del lavoro e del fare impresa. In accordo con il territorio, rappresentato in primis dalle istituzioni.

     

    Una strada che viene ripercorsa dal segretario provinciale della Fiom Cgil, Daniele Calosi, che ricorda che "era il 2000 quando Hymer acquistò Laika Caravans dalla famiglia Moscardini. Come Fiom assieme ai lavoratori chiedemmo allora al gruppo tedesco un investimento che garantisse la permanenza dell'attività nel territorio del Chianti".

     

    "L'azienda – ripercorre Calosi – decise di assecondare la richiesta e costruire un nuovo grande stabilimento dove concentrare e rendere più funzionale la produzione e migliorare l'organizzazione e le condizioni del lavoro.Perché la frammentazione della catena produttiva in otto diversi capannoni, distanti anche un chilometro l'uno dall'altro, non permetteva di produrre prodotti di qualità ed in sicurezza".

     

    "Iniziò allora la ricerca di un terreno idoneo nei pressi di Sambuca – ricorda – Grazie al contributo delle amministrazioni locali il luogo fu individuato nell'area industriale di Ponterotto, nel comune di San Casciano Val. Negli anni a seguire, oltre al lunghissimo iter burocratico, si determinò un movimento ostile alla costruzione del nuovo stabilimento che temeva il deturpamento del paesaggio, senza pensare all'impatto sulle persone coinvolte. Ne facevano parte associazioni ambientaliste, politici e comitati, intenti a far opposizione all'atto di approvazione della variante urbanistica che autorizzava il nuovo insediamento".

     

    "Grazie alla determinazione e all'attaccamento al lavoro dimostrato dai dipendenti dell'azienda – tiene a dire il segretario della Fiom fiorentina – le ragioni dei lavoratori prevalsero su quelle dei movimentisti e durante il consiglio comunale aperto del settembre 2011, in cui fu presentato il progetto di costruzione, l'amministrazione di San Casciano e insieme tutta la cittadinanza appoggiarono Laika e i suoi lavoratori, giocando un ruolo decisivo".

     

    Ma la storia non era certo… finita lì: "Seguì poi il ritrovamento di basamenti di edifici etruschi proprio laddove doveva sorgere il nuovo stabilimento e fu di nuovo la rivolta non solo dei comitati ma anche degli archeologi, conclusa con lo spostamento e la ricostruzione dello scavo accanto alla nuova Laika".

     

    "Dopo la posa della prima pietra nel giugno 2014, oggi siamo finalmente giunti all'inaugurazione del nuovo stabilimento. Un nuovo inizio per Laika merito della pazienza avuta dalla multinazionale Hymer che con questo investimento conferma di credere fortemente nelle capacità e competenze presenti nel territorio; merito delle istituzioni per il loro sostegno; merito dei lavoratori e delle Rsu che in questi anni complicati non hanno mai smesso di lottare per il loro diritto al futuro ma merito non ultimo di un esemplare sistema di relazioni tra istituzioni locali, organizzazioni sindacali, lavoratori e azienda che ha permesso di gestire al meglio ogni passaggio".

     

    "La storia degli ultimi anni – ammonisce Calosi – ci ha insegnato che quando chiude un'azienda si perdono competenze che poi non si trovano più, perché con l'impresa se ne va il saper fare delle maestranze impiegate. Per questo è da valorizzare la scelta di Laika che, in un periodo in cui molte multinazionali delocalizzano le produzioni verso paesi diversi dal nostro, ha deciso di rimanere nel Chianti investendo, assumendo e continuando a dare lavoro ad un indotto che impiega altrettante persone".

     

    "Vorrei infine sottolineare – conclude – che quando Laika decise di fare l'investimento vigeva ancora l'articolo 18 integrale, a tutela dei licenziamenti illegittimi; non c'erano invece gli sgravi concessi dal Jobs Act, a dimostrazione che non è vero che i diritti dei lavoratori frenano gli investimenti anzi, nel caso di Laika hanno contribuito a dargli gambe”.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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