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venerdì 19 Aprile 2024
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    Mercatale: grande partecipazione, tante curiosità e riflessioni sulla pandemia al Centro Lotti

    Iniziativa di approfondimento con medici specialistici organizzata dalla Misericordia di Mercatale: tante richieste di informazioni, chiarimenti

    MERCATALE (SAN CASCIANO) – Tanta partecipazione, curiosità e riflessioni sulla pandemia da Coronavirus.

    Dal comportamento del virus agli effetti del long Covid, passando per un focus sulle persone fragili.

    Grande successo per l’iniziativa di lunedì 11 luglio promossa dalla Misericordia di Mercatale presso il Centro Lotti, in piazza Vittorio Veneto.

    L’evento, organizzato dalla Misericordia di Mercatale e presentato dallo pneumologo internista Emilio Santoro, ha riscosso grande curiosità e partecipazione da parte dei residenti della frazione.

    Molte sono state le richieste di chiarimenti e le curiosità in merito alla pandemia che il medico, insieme all’infettivologo Piergiorgio Rogasi e all’immunologo Lorenzo Emmi, ha soddisfatto con estrema precisione e chiarezza.

    Molti aspetti della pandemia sono stati trattati con professionalità ma, allo stesso tempo, con la semplicità di linguaggio necessaria per soddisfare così l’intento dell’iniziativa: fare chiarezza su ogni aspetto riguardante la pandemia da Coronavirus.

    Il primo a parlare, dopo la presentazione dell’evento, è stato l’infettivologo Rogasi che ha fatto una panoramica completa sul comportamento del virus, la sua composizione, i suoi mutamenti per poi passare all’importanza della vaccinazione.

    “Questo virus ha avuto molteplici mutazioni – ha specificato Rogasi – fino ad arrivare a quella attuale: la Omicron. Questa forma virale ha un alto tasso di trasmissibilità, ma è meno invasiva delle precedenti”.

    “Quindi ci dobbiamo preoccupare? A mio avviso no – ha continuato – come detto è una variante meno grave, che attacca raramente i polmoni. Anche se, purtroppo, riesce a infettare di nuovo sia chi si è vaccinato e sia chi è già guarito dalla malattia”.

    Ha affrontato poi il tema vaccini: “Se oggi le cose sono migliorate a tal punto è grazie alla vaccinazione. Questa resta fondamentale – ha specificato – perché per i vaccinati abbassa al 51% la possibilità di infettarsi, e riesce a diminuire dell’86% la possibilità di contrarre la malattia in forma grave”.

    Stimolato da una domanda del pubblico ha poi detto la sua riguardo alla quarta dose, ritenendola giusta per gli over 80 e per ultra sessantenni riconosciuti come fragili. Per gli altri ha puntualizzato che “se ne potrebbe parlare in autunno e valutare quindi la situazione”.

    “Ad oggi, oltre ai vaccini – ha poi concluso Rogasi – c’è la possibilità di utilizzare anche due farmaci prescrivibili dai medici di base: il molnupiravir e il paxlovid. Il secondo, in particolare, ha una particolare efficacia riducendo del 90% ricoveri e letalità. Ovviamente, questi farmaci sono indicati soltanto per le persone che hanno un effettivo bisogno”.

    Dopo aver risposto ad alcune domande dal pubblico ha lasciato la parola all’immunologo Lorenzo Emmi che, con grande chiarezza, ha specificato chi sono coloro raggruppabili nella categoria “fragili”.

    “Iniziamo col dire che sono sia coloro che hanno una risposta immunitaria bassa alla malattia e sia coloro che ne hanno una eccessiva. Infatti – ha continuato Emmi – molti dei problemi non sono soltanto legati alla quantità di carica virale che ci arriva addosso, ma anche a come noi riusciamo a rispondere a questa”.

    Poi è andato più nello specifico, mostrando quali possono essere i fattori a rischio che rendono le persone più fragili nel combattere la malattia.

    “Alcuni li abbiamo ben chiari – ha evidenziato – come ad esempio il diabete, l’obesità, il cancro, l’ipertensione arteriosa, i problemi cardiovascolari, ma ce ne sono anche altri che ignoriamo e che sono legati ad altri fattori. Penso al fumo di sigaretta o al fatto che i maschi sono molto più suscettibili rispetto alle donne nel contrarre la malattia in forma grave”.

    Ha concluso analizzando nel dettaglio alcuni tra i fattori di rischio per poi lasciare spazio allo pneumologo internista Emilio Santoro.

    Santoro ha aperto l’intervento specificando cosa si intende per long Covid (più precisamente Sindrome post Covid) definendo con questo termine le situazioni che persistono oltre le dodici settimane.

     

    “Riscontriamo tale sindrome nel 10%-20% dei pazienti, soprattutto in coloro che hanno manifestato una forma grave della malattia. Possiamo notare – ha specificato – come i sintomi più frequenti siano la stanchezza cronica e la dispnea, potendo sfociare questa in danni polmonari e cardiaci”.

    Ha sottolineato come questi problemi, e anche il manifestarsi di ansia, insonnia, depressione, ridotta capacità di concentrazione, alterazioni di gusto e olfatto, devono però essere bene analizzati prima di essere inquadrati come derivanti dal contagio da Covid-19 e non a causa di altre patologie.

    “È una malattia nuova per chiunque – ha sottolineato poi – e anche per i medici stessi è impossibile conoscere ancora nel dettaglio l’evoluzione e le conseguenze del virus sul nostro corpo. In ogni caso il monitoraggio è indispensabile”.

    “È esperienza comune – ha concluso – il miglioramento nelle settimane o nei mesi successivi alla guarigione. E da qui partire per comprendere poi come prevenire e come curare.”

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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