CERBAIA (SAN CASCIANO) – Dopo 75 anni di attività chiude oggi, giovedì 29 giugno, il Forno Enoteca Pasticceria Rigacci, in via Volterrana 71 a Cerbaia, fondato nel 1948.
Una lunga storia, fatta di sacrifici: che nasce con Bonfiglio Masi, capostipite della famiglia. E che si è sviluppata grazie a sua figlia, Telda Masi Rigacci, venuta a mancare alla soglia dei cento anni, il 31 dicembre 2021.
Bonfiglio aveva iniziato a fare il il fornaio in società, presso l’allora conosciuto Forno Burgassi e Masi. Dopo la morte prematura di Bonfiglio, nel 1948 Telda e il marito, Renzo Rigacci, decisero di aprire insieme una nuova attività. Sulla base dell’esperienza tramandata da Bonfiglio.
Nel 1982 viene a mancare Renzo: così Telda, con grande coraggio e grazie all’aiuto dei figli, si impegna a portare avanti il tutto. Quattro di loro seguono la madre nel lavoro, arrivando a formare (nel 1958) la società “Pasticceria Rigacci”. Nel 1978 prende il nome “Rigacci dal 1948 s.n.c.”.
Nel tempo due dei fratelli decidono di aprire nuove attività, rimanendo a Cerbaia, e sempre nell’ambito dolciario. Marco e Maria continuano nel negozio storico con Alessandro, figlio di Marco, che si dedica all’attività del forno.
E Telda, nonostante il raggiungimento della pensione, non può fare a meno venirci in negozio: tanti gli affetti, le amicizie con i clienti, l’amore per i suoi familiari.
A lei basta stare seduta ad osservare, fare due chiacchiere in quello che è stato il suo mondo. Lo fa fino a pochi giorni prima della sua scomparsa.
A Cerbaia ha smesso di battere uno dei suoi cuori: il paese dice addio a Telda Masi Rigacci
E’ stata una decisione improvvisa quella di cessare l’attività? Lo chiediamo a Maria e Marco Rigacci.
“Era da tempo che ci pensavamo – rispondono – Marco ha raggiunto la pensione, io ancora no (Maria), ma poi è arrivata l’occasione: Alessandro continuerà a lavorare facendo il fornaio, e così abbiamo definitivamente preso questa decisione”.
Del resto, le valutazioni da fare sono tante: “Che dire, i tempi sono cambiati. L’avvento delle grandi distribuzioni ha contribuito a diminuire la clientela. E se si considerano l’affitto del locale, i costi della luce e le varie tasse, alla fine dell’anno è grassa se facciamo pari. Così…”.
Certo, c’è una velata malinconia nelle loro parole: chiudere un’attività dove vi si è passato gran parte della propria vita non è semplice. Ci sono l’amore per il lavoro, il legame con i clienti.
E oggi per Cerbaia la comunità dei commercianti, che qui è come un’unica famiglia, sarà più povera.
Quando quella vetrina spegnerà per sempre le sue luci. Quelle luci che hanno illuminato il passaggio sulla via Volterrana per 75 anni.

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