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lunedì 25 Settembre 2023
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    Durissima presa di posizione dell’ex sindaco sui rilievi della giunta Pescini sui debiti ereditati dal passato

    SAN CASCIANO – E' durissimo Pietro Roselli, ex sindaco di San Casciano, nei confronti dell'attuale amministrazione guidata da Massimiliano Pescini.

     

    Dopo aver letto la presa di posizione ufficiale della giunta Pescini dei giorni scorsi, che ha rimarcato le difficoltà vissute in questi anni a causa dei mutui accesi dalle amministrazioni precedenti (clicca qui per leggere l'articolo), vuol mettere in chiaro alcuni passaggi.

     

    Partendo da una premessa: "Non mi sembrava valesse la pena di replicare ad amministratori che fanno il bene della nostra comunità, così contribuendo concretamente alla ripresa economica, creando nuova occupazione. Ma non posso fare altrimenti".

     

    "Anziché riprendere la via ragionieristica – dice Roselli – restituendo soldi alla banche, si potrebbero fare ben altre cose. Quando si dice che per rimettere in moto l'economia serve investire, e che il "new deal" italiano non è fare il ponte sullo stretto di Messina ma le mille piccole infrastrutture di cui hanno bisogno i nostri territori, vuol dire che oggi c'è bisogno di investire sulle opere addirittura più di quello che si è fatto negli anni Novanta".

     

    Poi snocciola cifre e opere: "Non mi pento di aver investito la somma complessiva di 100 miliardi di lire in opere pubbliche nei miei due mandati. Qualche esempio? Scuola elementare e palestra di San Casciano; scuole elementari a Cerbaia a Mercatale (e palestra); Teatro Niccolini; la pavimentazione in pietra e l'illuminazione del centro storico del capoluogo; le piazze di Cerbaia e Montefiridolfi; il rifacimento con la passeggiata di viale Garibaldi".

     

    Un elenco lungo, lunghissimo: "Il collegamento fra la Cassia e Ponterotto con allargamento del ponte per rendere possibile il trasferimento della Laika (peraltro non sono stato neanche invitato alla posa della prima pietra); la biblioteca comunale; il Poggione con relativa passerella pedonale; la circonvallazione nord del capoluogo con passeggiata; il recupero con parcheggio dell'area Stianti".

     

    "Se vogliamo metterla sulla polemica – incalza Roselli – mi si dica solo una delle spese che abbia carattere effimero, fuori senso. Io però sono preoccupato per l'oggi, perché non vorrei che anziché rifarsela con il Governo nazionale (perché non si può parlar male di Renzi e del suo pensiero unico), si racconti alla gente che non si può fare nulla, perché gli amministratori precedenti si sono impegnati a fare troppe cose. E a San Casciano ci sono molte cose da fare… che posso sempre suggerire". 

     

    Poi fa un paragone con la situazione europea attuale:"E oggi, così come ci chiede la Troika a livello europeo e, a livello nazionale, il Governo Renzi con il taglio agli enti locali, ovvero di subire la recessione e resituire i soldi alle banche, si fa lo stesso a livello locale?".

     

    "E lo si fa – rincara – non perché abbiamo assunto troppo personale o assunto spese correnti effimere, ma perché abbiamo fatto troppe scuole, strade, parcheggi. E la cosa mi sembra politicamente allucinante. Quando si fa fare l'amministrazione ai ragionieri è più facile far rimettere a posto ai tecnici che arrabattarsi a cercare i fondi per fare le opere".

     

    Parole durissime quelle di Roselli: "E' facile trovare scorciatoie dicendo che ci sono da pagare le rate dei mutui: peraltro non ho mai capito la storia di restituire il capitale dei mutui presi. Perché restituire i soldi del capitale vuol dire esporsi a una spesa così massiccia che rende bloccata la tua condizione di amministratore. Sai con quei soldi quanto si poteva fare…? Io proprio non lo capisco. Certo le difficoltà ce l'hanno, non lo metto mica in dubbio. E' faticoso ottenere i soldi anche da enti sovra ordinati, ma quella di tranquillizzare il bilancio restituendo i soldi alle banche mi sembra solo un'idea di corto respiro, una cosa senza senso".

     

    "E poi – conclude – che si facciano nomi e cognomi, che si dica dove si sono buttati via i soldi: invece di restituire i soldi, potevano utilizzarle attivandole sul completamento della circonvallazione, su quella di Cerbaia. C'è un lungo elenco di opere utili alla comunità come lo sono state quelle fatte in passato. Mi si dica una sola opera buttata via. Allora avevamo quattro persone che progettavano in continuazione e seguivano le opere, oggi non c'è nessuno: qualcosa che non funziona mi pare ci sia… . O no?".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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