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giovedì 28 Marzo 2024
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    Claudio Ceroni e un paese che cambia in 50 anni… davanti alla macchina fotografica

    "Tra classi, comunioni, cresime, matrimoni e bambini appena nati s'è visto i ragazzi passo dopo passo"

    SAN CASCIANO – Fotografare una comunità significa conoscerla fin nei dettagli, dove lo zoom può indagare per mettere a fuoco pregi e difetti.

    L’obiettivo di Claudio Ceroni ci ha visti cambiare negli anni e la storia del negozio di fotografia ed ottica che conduce con la moglie Patrizia Meucci inizia 50 anni fa, per mano del cognato Luigi Ciani e della sorella Carla.

    Claudio si affianca ad inizio anni ’70: “Ha sempre lavorato qui – racconta Patrizia – e al primo servizio per un matrimonio si è fatto accompagnare dal suo babbo perché non aveva la patente”.

    “Sono nato a San Casciano – prosegue Claudio – e sono orgoglioso di essere sancascianese, nonostante i pro e i contro”.

    Per Patrizia, il nostro è un paese d’adozione: “Ci sono da quando ci siamo fidanzati”, aggiunge la donna. “Sono sempre stata in negozio, ma ho anche lavorato per conto mio. Dal 2004 ci siamo messi in società e adesso siamo io e lui”.

    “Più che altro lei e io – precisa il marito – perché sono le donne a comandare!”. E nessuno lo sa meglio di Claudio, che ha anche la bellezza di tre figlie.

    “I sancascianesi sono cambiati come tutti”, continua. “Il paese s’è ingrandito e di paesani doc ce n’è rimasti pochi. Anche la clientela è diversa, con tutta questa globalizzazione!”. “Tanti abitano qui – conferma Patrizia – però lavorano fuori”.

    “Fotografare questa comunità negli anni – tiene a dire Claudio – è stato un compito molto piacevole”. Ha immortalato fino a tre generazioni di sposi: “Non è mica un buon segno – sorride – perché vuol dire che s’invecchia”.

    “Tra classi, comunioni, cresime, matrimoni e bambini appena nati s’è visto i ragazzi passo dopo passo – dichiara Patrizia – poi sono cresciuti e ora non si riconoscono. I soggetti delle foto delle comunioni d’un tempo vengono a scegliere quelle delle comunioni dei figlioli. Se continuano a venire dopo tanti anni, si sarà fatto qualcosa di buono!”.

    “Non si può dire se il paese sia cambiato in meglio o in peggio – riprende Claudio – ma di certo s’è modificato il rapporto con le persone. Si fa fatica ad acquisire un cliente e per perderlo basta una parola fraintesa”.

    “C’è più corsa allo sconto – interviene Patrizia – ma il rapporto di fiducia resiste, se no si sarebbe già chiuso”.

    “Il digitale è stato un cambiamento epocale”, sottolinea Claudio. “S’è dovuto riorganizzarsi completamente. Si dà meno valore alla figura del fotografo. Parecchi s’improvvisano, fanno da sé e magari vengono per rimediare agli errori. Si stampa poco, mentre prima non c’era altra possibilità”.

    “Non si vedeva nulla – ricorda – finché il rullino non era sviluppato, le foto si facevano e rimanevano. C’era l’attesa e s’era curiosi ed entusiasti di vederle una volta pronte. Ora la foto non si tocca, quindi non si condivide realmente, perché resta chiusa dentro ai mezzi elettronici. C’è questa sensazione di immediatezza, che alla fine la porta a sparire”.

    “Anche per l’ottica – insiste – c’è bisogno di un aggiornamento continuo. Negli anni le evoluzioni sono state notevoli e stare al passo coi tempi è necessario”.

    Sulla strada in cui si trova il negozio, via Morrocchesi (via “del Prato”) Claudio dichiara: “Soprattutto durante le feste è dimenticata dal mondo e diventa il parcheggio di San Casciano”.

    “Come dappertutto – spiega – c’è sempre qualcosa che si può migliorare. È già stato fatto tanto. Basterebbero più cura e buon senso da parte di tutti”.

    “Ci vorrebbe una risistemata alla piazzetta dei carabinieri. Quando s’era ragazzi – ricorda – c’erano un vigile o una pattuglia che verificano che tutto andasse bene. Non solo per le multe, ma proprio per vigilare!”.

    “Siamo soddisfatti della pedonalizzazione del centro storico – procede – e comprendiamo le difficoltà della raccolta dei rifiuti e che spesso è necessario combattere l’ignoranza delle persone. Ogni fascia oraria ha le sue problematiche. È importante che il servizio sia preciso e che le regole vengano rispettate, ma può essere una questione di difficile gestione sia per i cittadini, sia per l’amministrazione”.

    “Ci auguriamo che si possa continuare a vivere in modo tranquillo – sostiene – perché comunque San Casciano è un bel paese e ci si vive bene”.

    “Per quanto mi riguarda – evidenzia Patrizia – spero di vedere più negozi aperti e che riprenda un po’ l’economia, per riportare luce a quelle attività che davano vita al centro storico e che piano piano vanno a morire”.

    Le buste per gli acquisti effettuati allo studio recitano: “Una foto non stampata è un ricordo che non c’è. Ricordati di ricordare”. E se ce lo dicono là, dove si conserva tanta parte della nostra memoria, non possiamo far altro che crederci.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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