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giovedì 28 Marzo 2024
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    I Matteuzzi: tanti mestieri, un solo paese. Su cui scommettere per il futuro

    L'ultima tappa della loro avventura è la nuova sede della Gelateria I Pini in Via Machiavelli

    SAN CASCIANO – Un mestiere a San Casciano? I Matteuzzi li hanno fatti tutti!
    E se si pensa che in un paese non cambi mai niente, ci fanno andare controcorrente e spuntano dove meno te li aspetti.

    “Sono il più vecchio – racconta Leonardo – e ho cominciato a 13 anni come garzone da Renzo il pizzicagnolo e dal Saccardi dove c’è la Cantinetta. Poi sono stato allo scatolificio Parri e dal parrucchiere Baldini e ho fatto il tecnico di laboratorio per 20 anni”.Invece, suo fratello Marco si è spostato dalla farmacia Calamandrei alla tabaccheria della moglie, poi al Bar Turismo e alla pizzeria Sotto Casa. “Al di là dei mestieri svolti – tiene a dire Stefania – mi sento sancascianese per la vita e perché amo la gente di qui. Se dici di salutar tutti lo fai davvero. Attacco bottone con chiunque, tutti mi conoscono e dal grande al piccino mi vanno tutti bene”.

    “I nostri genitori – continua – si sono trasferiti da San Pancrazio nel ’67, quando avevo solo due anni e mezzo. S’era una famiglia numerosa e il babbo era l’unico che lavorava, così ci dettero una casa popolare della Gescal. Me la ricordo perfettamente! Mi sembrava una villa!”

    “A cena dalla nonna – prosegue – la domenica era tutta calcio: un tempo di partita mentre si mangiava piattate di fritto roba da urlo!”. “Marco – aggiunge Leonardo – è stato l’unico che ha fatto goal allo stadio di Firenze! E s’è giocato entrambi nel San Casciano, come il babbo”.

    Marco e Stefania hanno trovato qui le loro metà, Miria e Leandro: “Mia moglie ha sempre sognato di far la commerciante – spiega Marco – come i suoi genitori che avevano il Bar Centrale e poi un negozio di arredo”. Stefania è la minore dopo Leonardo, Barbara e Marco: “Avere questi due è come avere due ragazzi piccini. All’inizio ci conoscevano come i figlioli di Meo – precisa – ma pian piano e grazie al bar siamo diventati noi con la nostra identità”.

    Il Bar Turismo, gestito in famiglia, ha lasciato un ricordo bellissimo: “I momenti difficili – sottolinea Leonardo – fanno parte del gioco. S’è tenuto un bar 14 anni… e che bar! C’è passato tutto San Casciano, anche perché non s’è mai dato impronte politiche”.”Non c’era politica – sorride Marco – ma in compenso c’era anche troppo sport! E col gruppo della tavola del Piazzone, pareva d’essere in Amici Miei”.

    “Si faceva le vere risate – ricorda Stefania – e tanti esperimenti, soprattutto per i ragazzi. Siamo stati tra i primi a credere in innovazioni come l’apericena, che non andava di moda. Volevamo dare un servizio a 360 gradi, stando aperti dalle cinque di mattina alle due di notte. S’iniziava coi benzinai e cogli autisti della Sita che avevano la fermata lì di fronte, per finire coi metronotte”.

    “Tra le novità – la incalza Leonardo – c’erano i primi e l’angolo dei panini. A pranzo in terrazza s’è fatto anche 80 coperti! Il lunedì veniva un rappresentante del gelato, Vincenzo! E si metteva a dar mano alla Miria a portare i piatti”.

    “Siamo tutti rimasti attivi – riprende Marco – Leandro è responsabile all’ACLI e la Miria va un po’ in qua un po’ in là. Lei ha ancora voglia di lavorare, io mi son stufato, anche perché lavori e lavori e ti piglia tutto lo Stato”.

    L’ultima tappa di quest’avventura è la nuova sede della Gelateria I Pini in Via Machiavelli, gestita coi figli da Stefania e Leonardo: “Il rapporto coi clienti – dichiara Stefania – è sempre rimasto lo stesso. È bello notare come si sono avvicendati, prima da genitori e ora da nonni. È arrivata gente di fuori e s’è comunque fatto amicizia. Credo che sia un discorso di carattere, non per l’attività del bar o per l’assenza della politica”.

    “Ci piace il nostro lavoro – conferma Leonardo – e stare a contatto con la gente. I Sancascianesi non mi sembrano tanto cambiati e vorrei che il paese rimanesse così. Non è vero che è un dormitorio come dicono in tanti. C’è ogni cosa e basta far poco perché subito si riempia di gente”.

    “Essendo a 18 km da Firenze – spiega Marco – era più facile che capitassero guai coi ragazzi”.

    “La nostra speranza può sembrare banale – sostiene Stefania – ma è importante che i giovani trovino lavoro anche in base a cosa hanno studiato”.

    “Un grosso problema – conclude Leonardo – è anche quello delle licenze libere. Ogni attività può aprire dove vuole, ma il Comune dovrebbe poter decidere per evitare una lotta tra poveri”.

    Ci hanno stupito un milione di volte, sfoderando ogni  volta un nuovo mestiere dal loro cappello da mago. Ci accompagnano con la stessa fiducia, in un paese e in un popolo che possono ancora crescere, così come hanno fatto e visto fare loro.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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