SAN CASCIANO – “Durante l’ultimo consiglio comunale di San Casciano è stata approvata una mozione del Partito democratico contro l’Autonomia Differenziata voluta dal Governo Meloni. Accogliamo con piacere questo pronunciamento anche se il nostro consigliere, Jadi Marinai, non ha potuto essere presente. Tuttavia, il testo della mozione omette le cause della tendenza politica di cui l’Autonomia Differenziata (A.D.) è solo il sintomo più recente”.
A dirlo è Sinistra Progetto Comune, gruppo all’opposizione in consiglio comunale, che si inserisce sul tema, che ha acceso il dibattito consiliare negli ultimi giorni.
“A una parte del centrosinistra nazionale l’idea della Autonomia Differenziata piace – rilanciano da SPC – e anche tanto. D’altronde, l’attuale presidente del Pd Bonaccini firmò nel 2018 le pre-intese di comune accordo con Zaia e Fontana. L’idea di fondo è la stessa: pensare al benestare dei gruppi di potere sul proprio territorio ristretto. A spese delle fasce più deboli”.
“Nei mesi scorsi – proseguono – abbiamo visto levarsi un ampio fronte a sostegno del Referendum abrogativo di questa “Legge Spacca-Italia”. Anche noi abbiamo contribuito con impegno alla raccolta firme. Le premesse da parte del centrosinistra promotore di questo Referendum non erano però molto confortanti”.
“Durante la presentazione dei quesiti – ricorda SPC – è emersa tutta l’ambiguità di posizioni e intenti: diverse giunte regionali a guida Pd hanno presentato non uno, bensì due quesiti: uno per l’abolizione totale e un secondo solo parziale (ritenuto inefficace e controproducente da diversi esperti). Questo lasciava intravedere i giochi di potere, nel caso in cui la raccolta firme avesse fallito, e la disponibilità a un accordo con la maggioranza di Governo. Sulla pelle dei cittadini”.
“È bene ricordare – sottolinnano – che, se siamo giunti alla Legge Calderoli (A.D.), è per via di una catena di complicità che parte da molto lontano e vede coinvolti diversi partiti, da Forza Italia a Fratelli d’Italia; dal Pd di Renzi a quello di Schlein-Bonaccini. La stessa riforma del Titolo V, voluta da un governo di centrosinistra (che la mozione della nostra maggioranza menziona solo per lamentarsi di come la Legge Calderoli ne abbia “fuorviato” il senso), venne scritta o con estrema ingenuità o necessariamente in previsione di questi precisi passi futuri. Solo uno dei tanti assist fatti alle destre nel corso degli anni”.
“Invece di contribuire a realizzare le potenzialità e le particolarità di ogni Regione – accusa il gruppo di opposizione di sinistra nel consiglio comunale sancascianese – nello spirito della Costituzione, quella riforma dava la prima picconata al controllo politico garantito dal Parlamento. Creava ambiti in cui esistono cittadini di serie A e di serie B, a seconda della regione di appartenenza e del reddito personale”.
“Da quando la Sanità è diventata materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni – accusano – abbiamo assistito alla creazione di 20 centri di potere con 20 sistemi sanitari diversi, in competizione tra loro, contrariamente ai principi di tutela della salute. Lo stesso è successo per le assicurazioni integrative: con servizi migliori solo per chi lavora in aziende di territori più ricchi”.
“Frammentare l’Italia – ammoniscono – significherebbe mettere la classe media e quella popolare in competizione tra loro e acuire la distanza culturale ed economica tra Nord e Sud nell’interesse delle classi più abbienti. Come citato nella mozione, c’è poi l’altra faccia del progetto A.D., ovvero il premierato. Tanto caro a Meloni adesso, ma importante anche per buona parte del centrosinistra”.
“Si tratta di concentrare più potere legislativo nelle mani dell’esecutivo – rilanciano ancora – che, d’intesa coi presidenti di Regione, potrebbe aggirare maggiormente i meccanismi di controllo popolare ancora presenti e garantiti dalla Costituzione. Si mira quindi a restringere ancora di più lo spazio per il confronto politico, nascondendolo nelle maglie di decisioni tecniche e amministrative che non dipendono più da una volontà collettiva”.
“Il sindaco e la giunta – concludono guardando al livello locale, sancascianese – non sembrano in grado di ammettere le (ir)responsabilità commesse dal proprio partito, mentre invece sarebbe il punto di partenza per riguadagnare credibilità come partito della sinistra e aprire un dibattito davvero utile a “smussare le armi ideologiche” di questo Governo autoritario”.
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