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giovedì 23 Marzo 2023
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    A un mese dall’incidente in via Borromeo, Stefano Marcoti ci racconta la grande paura

    Siamo andati a trovarlo a Mercatale: "Sono in fase di recupero ma sto bene. Di quel giorno? Nessun ricordo"

    MERCATALE (SAN CASCIANO) – Era un lunedì, la mattina del 4 luglio, quando arrivarono in via Borromeo le ambulanze di San Casciano e di Mercatale. E l’elisoccorso Pegaso, che dopo una veloce ricognizione dall’alto atterrò in mezzo alla campagna.

     

    Si percepì subito che l’incidente tra una moto e una vettura era molto grave. Critiche le condizioni del motociclista, Stefano Marcoti, 23 anni residente a Mercatale. Che in sella alla moto si stava recando al lavoro in un’azienda del Ponterotto; meno gravi le condizioni della signora a bordo dell’auto.

     

    Stefano fu portato via con l’elisoccorso, la donna in ambulanza. In molti, subito dopo e nei giorni seguenti all'incidente, che colpì molto i nostri lettori, ci scrissero per chiederci le condizioni del ventitreenne. Ma abbiamo rispettato quello che ci hanno sempre detto i familiari: "Vi daremo notizie al momento giusto".

     

    Quel momento a distanza di un mese è arrivato, e con gioia siamo andati a suonare il campanello all’abitazione di Stefano. Ad accoglierci la madre che ci ha tolto ogni dubbio vedendo il suo volto sorridente: "Venite, vi porto da lui".

     

    Stefano, seppure ancora a letto, con varie fasciature e ancora in fase di riabilitazione, ci saluta. Finalmente possiamo dire che la lotta l’ha vinta lui.

     

    "Sto bene – ci dice – per il momento mi alzo solo il tempo indispensabile per andare in bagno. Ho una vertebra che al momento non mi consente di stare molto in piedi, non posso indossare un busto poiché avevo lo sterno rotto, le costole, e una compressione polmonare seria".

     

    Ci racconta quei giorni difficili, difficilissimi: "Dopo otto giorni d’ospedale i dottori dissero che avrebbero provato a togliere il “tubo” per respirare, le diciotto ore seguenti sarebbero state decisive. C’era la possibilità di dover praticare la tracheotomia. Invece appena tolto il “tubo” il polmone danneggiato ha ripreso a funzionare autonomamente".

     

    Cosa ti ricordi di quella mattina?

    "Assolutamente nulla. Io mi ricordo solo della sera prima, di essermi fatto la doccia e andato a letto. Mi sono risvegliato una settimana dopo nel letto che non era il mio, ma quello dell’ospedale".

     

    Una delle tue grandi passioni è andare in moto, appena ti sarai stabilito tornerai a guidarla?

    "Certo! E’ una cosa che ho nel cuore, la stessa passione che ho trasmesso anche a mio fratello".

     

    Lasciamo così Stefano con un grande augurio, che presto torni alla sua vita di tutti i giorni. Oltre ai suoi genitori sono tanti gli amici che vanno a trovarlo e non gli fanno mancare la loro vicinanza.

     

    Mentre salutiamo sua madre, ci fa una richiesta: "Vorrei ringraziare prima di tutto i medici, quelli dell’elisoccorso, della Misericordia e dell’ospedale, gli infermieri, i volontari della Misericordia di San Casciano e Mercatale, la polizia locale dell’Unione del Chianti Fiorentino, le suore Clarisse del Monastero L’Immacolata di San Casciano che hanno dedicato una serata di preghiera per Stefano. Inoltre un grazie a tutte le persone che ci sono state vicine, Grazie a tutti". 

     

    Noi siamo felici una volta tanto di dare anche queste belle notizie. Auguri allora Stefano, buona vita.

     

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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