SAN CASCIANO – A San Casciano sabato 13 luglio (alle 17.30), alla presenza delle autorità, avrà luogo l’inaugurazione del nuovo allestimento della Sezione Archeologica del Museo Civico.
Dopo la prima apertura del 2008, l'esposizione si rinnova con una scelta dei materiali più interessanti atti ad illustrare la lunga storia dell'insediamento sul territorio, dalle tombe etrusche di età orientalizzante ed arcaica, agli insediamenti di età ellenistica e romana.
Per la prima volta, inoltre, vengono esposti al pubblico i reperti provenienti dall'insediamento di età ellenistica e romana di Ponterotto, restaurati ed esposti a poca distanza di tempo dal loro rinvenimento, grazie al contributo della Regione Toscana ed al lavoro del Centro di restauro della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (con Giuseppe Venturini, Araxi Mazzoni e Fabio Fiesoli), del Comune di San Casciano e dell'associazione archeologica SIAM.
Il nuovo allestimento è stato progettato e realizzato a cura di David Baroncelli con la collaborazione di Lorella Alderighi della Soprintendenza Archeologica della Toscana, e dei soci della SIAM.
Così come per gli scavi recenti del Ponterotto (seguiti da Agnese Pittari e Donato Colli), anche la nuova esposizione museale ha visto la sinergia di vari enti e del volontariato locale per raggiungere l'obiettivo di rendere fruibili al pubblico i risultati delle scoperte, antiche e recenti, dell'intero territorio. L'apertura del nuovo allestimento museale prelude all'inaugurazione, prevista per il prossimo anno, dell'area archeologica di Ponterotto.
Il Gazzettino del Chianti, accompagnato da Lorella Alderighi, ha avuto l'onore di visitare la sezione nella fase finale di allestimento. E' un mondo affascinante quello che ci descrive Alderighi, che ci racconta gli scavi del Ponterotto, quel che ne è venuto fuori. Ci tratteggia un mondo di secoli e secoli fa, vissuto accanto… a noi.
"La nuova esposizione dedicata ai reperti rinvenuti al Ponterotto – ci spiega Alderighi – va dal secondo secolo avanti Cristo fino al 1700. L'edificio più antico che è stato rinvenuto era un edificio povero, probabilmente un luogo dove si appoggiavano dei laterizi".
"Poi – prosegue – ci sono tre vetrine con i ritrovamenti del periodo romano, che si dividono in sei fasi. Il luogo si è trasformato, come accadeva spesso, da unità abitativa a necropoli. Queste fasi le notiamo ogni volta che la casa è stata spogliata e tutto il materiale ri-utilizzato per ricostruirla: non bisogna infatti dimenticare che la piana del Ponterotto era zona soggetta ad esondazioni ed alluvioni: ogni volta si costruiva sul precedente e si rialzava".
Ed ecco quindi la vetrina con i ritrovamenti del primo e secondo secolo avanti Cristo, una sorta di incredibile campionario di attrezzi ritrovati tutti assieme sotto a delle tegole, probabilmente crollate (per un incendio) su quello che doveva essere un pannello per gli attrezzi. Accette, un bidente, dei chiodi, coltelli, una bellissima chiave, punte di freccia… .
Poi si prosegue con il ritrovamento forse più importante, che vi mostriamo nella foto sopra in anteprima, indicato dalla dottoressa Alderighi: un pennato con tanto di catena, chiusura e chiave ancora inserita. Vasi, anfore perfettamente ricostruire di restauratori.
Nell'ultima vetrina si trovano reperiti della fase finale della fattoria, ma si trova anche materiale dell'impianto termale dal secondo e terzo secolo avanti Cristo di cui abbiamo soltanto un tubo dell'acqua, oltre a reperti di intonaco affrescato.
Abbandonata la villa ci viene fatta una necropoli. Di questa abbiamo pochissimi reperti, salvo alcune monetine chiamate minimi in bronzo di poco valore come oggetto di corredo e una piccola lucerna. La necropoli era una piccola area composta da una tomba a cappuccina e dodici tombine a incenerazione… . Sono statu ritrovati anche i resti di un uomo, la cui storia è affascinante… .
Non rimane che andare all'inaugurazione di sanato 13 luglio per togliersi ogni curiosità.
di Matteo Pucci
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