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martedì 30 Aprile 2024
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    Si può fare la spesa fuori dal proprio comune? Il chiarimento del sindaco di Greve Paolo Sottani

    Sindaci della Metrocittà concordi: "L'esigenza di fare la spesa presso punti vendita della grande distribuzione (supermercati ed ipermercati) rappresenti una valida motivazione per lo spostamento"

    GREVE IN CHIANTI – Appena uscita la notizia della Toscana diventata arancione (nuove limitazioni a partire da domani, mercoledì 11 novembre, leggi qui) una delle domande, così come nel lockdown di primavera, è stata quella relativa alla possibilità di fare la spesa al di fuori del proprio comune di residenza.

    A Greve in Chianti è il sindaco Paolo Sottani, memore della raffica di domande a marzo-aprile, a cercare di anticipare i quesiti. Riportando quello che è un parere comune a tutti i sindaci dei comuni della Città Metropolitana di Firenze.

    “Che – scrive Sottani sui suoi canali social – pur nella consapevolezza delle ragioni che hanno portato al passaggio da “zona gialla” a “zona arancione” della Regione Toscana, ritengono riconoscere, all’unisono, che l’esigenza di fare la spesa presso punti vendita della grande distribuzione (supermercati ed ipermercati) rappresenti una valida motivazione per lo spostamento al di fuori dei confini del comune di residenza, domicilio o abitazione”.

    “Tale esigenza – prosegue – dovrà essere esercitata mediante la compilazione di una “autocertificazione” ed entro stretti limiti individuabili nel concetto di “vicinanza” e, cioè, per il raggiungimento del punto vendita della grande distribuzione situato nel territorio di un comune limitrofo o, comunque, nel rispetto del concetto di minima distanza”.

    La norma dice questo: “E’ vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

    Le FAQ del Governo alla domanda se è possibile fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita, rispondono così.

    È possibile spostarsi in altri comuni per acquistare beni o usufruire di servizi solo ed esclusivamente se questi non sono disponibili nel proprio comune. Laddove quindi il comune non disponga di punti vendita (o, per esempio, dell’ufficio postale), o sia necessario acquistare generi di prima necessità non reperibili nel comune di residenza o domicilio, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati”.

    “L’individuazione della assenza di punti vendita della grande distribuzione nel proprio comune – scrive ancora Sottani – scaturisce dalla necessità di usufruire di servizi non sospesi (vendita di generi alimentari e di prima necessità) che garantiscono ai cittadini una una adeguata economicità degli stessi e quindi il conseguimento di un risparmio di spesa”.

    “Ciò pertanto – conclude – rende necessario uno spostamento dal proprio comune di residenza, domicilio o abitazione, entro gli stretti limiti indicati nella FAQ”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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