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sabato 7 Giugno 2025
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    Caffè Italia, ci siamo: Irene ed Elisa passano il testimone. Il loro saluto a tutta Tavarnelle

    Giovedì sarà il loro ultimo giorno da titolari dello storico bar nel centro del paese: siamo andati a trovarle e, fra ricordi e sorrisi, ci siamo fatti raccontare le loro emozioni

    TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Irene Santucci apre la porta del Caffè Italia, in via Roma (piazza Matteotti), a Tavarnelle, dal 1993: da 28 anni.

    Dal 2005 lo fa insieme ad Elisa Viligiardi. Compagne sul luogo di lavoro. Compagne nella vita.

    Fino a giovedì sera saranno loro ad aprirla questa porta. Poi, da venerdì 30 aprile, per questo che è uno dei bar identitari di Tavarnelle, inizierà un nuovo percorso: con Giulia Maria e Andrea.

    Siamo andati a trovarle Irene ed Elisa, che si apprestano a questi loro ultimi giorni da titolari del bar (poi daranno una mano ai nuovi proprietari, affiancandoli nei primi tempi), per farci raccontare le emozioni che stanno vivendo.

    Che sono, ed è bellissimo, anche le emozioni dei tantissimi che hanno, in questo bar, nel loro modo di essere e di fare, un punto di riferimento. Da anni.

    La chiacchierata si svolge fuori, a quei tavolini dove oggi, lunedì 26 aprile, primo giorno di zona gialla, hanno servito (dopo mesi) il pranzo: “Siamo contente – dicono – nonostante il tempo un po’ così e così, abbiamo fatto il tutto esaurito”.

    Irene ed Elisa che in questi mesi di Covid non si sono certo risparmiate. Sempre aperte (quando si poteva in presenza, altrimenti con l’asporto), sempre presenti, sempre con atteggiamento costruttivo.

    Ogni tanto ci interrompiamo. C’è da ricacciare indietro il magone. Da lasciar fluire le emozioni: perché la scelta di passare la mano è stata presa da un po’ di tempo, già prima del Covid. Ma adesso che si è compiuta, che da venerdì sarà ufficiale, l’effetto è dirompente.

    “Venivo qui a telefonare perché c’erano le cabine pubbliche – dice Irene – Avevo 14 anni. Poi ho rilevato il locale, ne avevo 19, insieme al mio ragazzo di allora e mia mamma, che non c’è più da tanti anni. Servire la gente, vederla qui a sedere, a chiacchierare, a ridere: è troppo bello”. 

    Come chi vive la propria vita in un locale al contatto con il pubblico, Irene ed Elisa Tavarnelle l’hanno visto cambiare tanto. Da dietro al bancone. Giorno per giorno.

    “C’era via Roma a doppio senso – ricorda Irene – c’era la fontana, si fermava la Sita, il paese è cambiato tutto. In meglio anche”.

    “Ma mancano ancora i parcheggi – dice con il suo fare deciso – Lo diciamo da 25 anni e lo posso dire ancora di più adesso! Mi ricordo che ai tempi si facevano le riunioni, andando a vedere il Podere degli Orti…”. 

    “Si cominciò a fare l’aperitivo – sorride Irene guardandosi indietro, raccontando come è cambiato il bar negli anni – con la mia mamma, che è morta nel 2003. Diciamo che si era avanti per quei tempi. Poi abbiamo iniziato a servire, anche qui in anticipo rispetto a molti bar, i primi piatti precotti. Per poi passare alla cucina espressa”.

    Insomma, qui al Caffè Italia hanno sempre cercato di rispondere ai tempi che cambiavano, mantenendo salda una identità di fondo. Che è quella di saper stare in mezzo alle persone. Memorabili i martedì sera con i negozi aperti, le tante iniziative, il fare da catalizzatori al paese che sorride e si diverte.

    “Come è maturata questa decisione? Non è colpa del Covid – tengono a dire – e vorremmo che fosse chiaro. Abbiamo deciso da un po’ di tempo. In questo percorso ci sono state alcune occasioni non andate in fondo: poi, come spesso accade, quella giusta è capitata in un momento in cui non ci si aspettava”. 

    “Se abbiamo fatto mente locale a quel che sarà? Ancora mica tanto – rispondono sincere – non lo realizziamo. Sarà un rallentamento graduale, visto che comunque cercheremo in ogni modo di aiutare chi ha deciso di proseguire questa avventura”. 

    In paese ormai lo sanno in molti. Quasi tutti. Arriva però una signora che non ne è a conoscenza, appena glielo dicono si vede subito la faccia che tradisce la sorpresa. Insomma, qui siamo di fronte a un passaggio di consegne storico, è inutile girarci intorno.

    Si potrebbe stare delle ore a raccontare storie, aneddoti, personaggi, battute. Ogni giorno il Caffè Italia è (ed è stato) una sorta di fondale teatrale per il paese e i suoi riti.

    Ma se c’è un giorno nel quale Irene ed Elisa hanno sublimato il loro far parte di questa comunità, l’essere riconosciute in pieno, con affetto e partecipazione, è stato quello del loro matrimonio, la loro unione civile.

    Il 16 luglio del 2017 per Tavarnelle fu un giorno di vera, grande e totale felicità collettiva. Una piazza piena a far festa per loro due. Tutte le generazioni unite dall’affetto per due persone che hanno portato in piazza (e non è un modo di dire) l’orgoglio per il loro amore. Con semplicità.

    “Giorno per giorno sei orgoglioso della tua attività – ammette Irene commuovendosi – Ma quel giorno non lo dimenticherò mai”. 

    Si guardano negli occhi Irene ed Elisa. Quel caldo 16 luglio, pieno di colori e di amore, è rimasto impresso a fuoco nella mente di tutti. E’ stato intimo e collettivo, personale e comunitario.

    C’è stato dentro di tutto: e il fatto che a farsi le promesse in palazzo comunale, davanti al sindaco David Baroncelli “rivestito per l’occasione” ci fossero proprio loro, che ogni giorno in mezzo alle persone ci sono sempre state grazie al bar, non è stato un caso.

    “Certo – riflette Elisa – oggi un po’ strana mi sento. Dal passare la vita qui a pensare di lasciarlo… più che altro perché ci sono tante persone che vedi tutti i giorni, che magari ti risollevano la giornata con una battuta. Non ci perderemo di vista ma… vedremo via”.

    “Ringrazio l’Elisa – conclude Irene – e la mia famiglia. Tutti quelli che hanno lavorato qui, e sono stati davvero tanti. I fornitori, i rappresentanti e, ovviamente, i clienti. Faccio un grande in bocca al lupo a chi prenderà il testimone. Noi lasceremo un diario con delle foto dello splendido Mario Forconi: chi vorrà potrà lasciarci, se gli farà piacere, una dedica”.

    Irene, Elisa, lasciatene molti di diari. Perché uno, siamo certi, non basterà neanche per iniziare.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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