SAN CASCIANO – Dai terreni chiantigiani riemergono spesso, ancora oggi, ordigni bellici che ci ricordano il passaggio della seconda guerra mondiale dai nostri paesi e dalle nostre campagne.
Campagne nelle quali è possibile trovare anche quei rifugi nei quali le persone andavano a nascondersi.
Spesso non lontani dalle loro abitazioni, in particolare case coloniche: si andava sotto terra per non essere catturati dai soldati tedeschi (specialmente gli uomini giovani), ma anche per proteggere bambini e donne da possibili bombardamenti.
Rifugi che spesso erano scavati da persone più anziane, in particolare da chi aveva già vissuto la brutta esperienza come soldato durante la prima guerra mondiale (1915-1918); quindi con una certa esperienza, fatta sulla propria pelle, su come proteggersi dal nemico.
La grandezza del rifugio dipendeva dalle famiglie che vi dovevano trovare posto: vi venivano portati anche degli animali da cortile, mentre per il bestiame più ingombrante, come le mucche, si trovava un’altra sistemazione, magari poco distante dallo stesso rifugio. Nel bosco.
Quando era possibile il rifugio era scavato vicino alle fonti d’acqua, mentre qualcuno vi portava anche dei materassi: si scavava facendo anche una seduta per anziani e donne.
Oggi sono in parte crollati. E quelli ancora integri sono diventati un ottimo nascondiglio per volpi, istrici, tassi.
Su queste memorie, che vanno inesorabilmente perdute, ci sono alcune persone che hanno deciso di impegnarsi.
In particolare per fare una mappatura dei rifugi ancora esistenti, magari ascoltando anche chi vi ha vissuto durante la guerra, riuscendo a salvarsi la vita.
Ecco dunque l’appello: chi conosce l’esistenza di rifugi nel comune di San Casciano può dare il proprio contributo segnalando le località dove ancora si trovano a Gianfranco (3473406429) oppure Antonio (3384139788).
Saranno loro poi a provvedere a fare dei sopralluoghi, per poi procedere alla mappatura.
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