SAN CASCIANO – E’ stata emessa oggi, giovedì 27 maggio, la sentenza nell’ambito del processo in primo grado agli ex vertici di ChiantiBanca, in carica nel 2015 e 2016.
Vertici che vennero travolti in seguito a una ispezione della Banca d’Italia, alla quale fecero seguito le dimissioni e, poi, l’inchiesta condotta dalla Magistratura fiorentina.
Il primo grado del processo (svoltosi con rito abbreviato) va quindi agli archivi con molte assoluzioni e solo quattro condanne, destinate peraltro (con il ricorso al secondo grado di giudizio da parte dei condannati) a essere cancellate dalla prescrizione.
L’ex direttore generale Andrea Bianchi è infatti stato condannato a un anno e quattro mesi. L’allora presidente Claudio Corsi a dieci mesi.
L’ex vicepresidente Stefano Mecocci e l’ex presidente del collegio dei revisori Enzo Barbucci a 14 mesi.
Per tutti e quattro, la condanna è relativa al capo di imputazione di ostacolo all’esercizio delle funzioni di autorità pubbliche di vigilanza (ovvero Banca d’Italia).
In pratica, secondo la tesi dell’accusa accolta dal giudice con le condanne, all’organo di vigilanza sarebbero state fornite comunicazioni non veritiere in merito ad alcuni passaggi sullo stato patrimoniale della banca.
Condanne che, con il ricorso al secondo grado di giudizio, andranno peraltro a dissolversi con la caduta in prescrizione del reato.Â
Assoluzione (per la non sussistenza del fatto) invece altri 11 ex amministratori (tutti assolti anche per ostacolo alla vigilanza), oltre che per i quattro giĂ ricordati sopra, per l’imputazione di false comunicazioni sociali.
Giovedì 25 marzo i pm che si sono occupati della vicenda (Luca Turco e Giuseppe Ledda), avevano chiesto condanne da 2 a 3 anni.
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