GREVE IN CHIANTI – “L’importanza e la storia di RSA come La Veranella e Botticelli e il futuro delle strutture sono motivo di attenzione per il Gruppo e ci conforta l’attenzione delle istituzioni, che speriamo continuino a seguirci sotto tutti gli aspetti della vita delle residenze”.
Inizia così la replica del Gruppo La Villa alle prese di posizione, molto preoccupate, di Fp Cgil-Uil Fpl, sul tema del personale delle storiche Rsa La Veranella di Firenze e Rsa Botticelli di Strada in Chianti.
Rsa Botticelli (Greve in Chianti): “Lavoratori e servizi a rischio. Presidi di protesta domani e giovedì”
“È nostra primaria responsabilità – dicono – garantire agli ospiti e a tutte le persone interessate le migliori condizioni possibili nel tempo, tanto che il Gruppo La Villa opera nel settore da oltre 28 anni, dando lavoro a oltre 2.300 tra dipendenti e collaboratori. Quanto dichiarato ed uscito a mezzo stampa, tuttavia, richiede alcune precisazioni e correzioni”.
“In primis – elencano – La Villa non ha mai aperto una procedura di licenziamento collettivo né avrebbe potuto, in quanto le due strutture interessate sono attualmente gestite tramite appalto da una società cooperativa. Allo stato attuale, a quanto ci risulta la procedura di licenziamento collettivo è stata revocata e pertanto non comprendiamo alcune posizioni che definiremmo forse estremizzanti”.
“In secondo luogo – proseguono – pur confermando l’importante ruolo delle istituzioni e il forte impegno dei consiglieri regionali, la mediazione è stata interrotta non per volontà di La Villa, che, a fronte della richiesta di sottoscrizione di un accordo proposto dai consiglieri regionali, aveva, doverosamente, chiesto il tempo minimo necessario per valutarne i termini”.
“Dobbiamo evidenziare – puntualizzano – come tali richieste, a onor del vero, non erano il risultato di una mediazione ma semplicemente i desiderata di una delle parti e che a parere di La Villa andavano al di là di quelli che sono gli obblighi di legge in queste situazioni. Ovviamente la sottoscrizione di un accordo, peraltro normativamente non necessario e che andava al di là delle normali richieste negoziali non aveva, e non ha, alcuna utilità neanche per il personale interessato. A La Villa è stata data un’unica opzione: prendere o lasciare”.
“Il ruolo delle istituzioni – incalzano dal Gruppo – che hanno cercato di trovare una soluzione accomodante, almeno nei termini puramente lessicali, in quanto nella sostanza nulla cambiava dalle richieste sindacali, è stato comunque prezioso, lo riconosciamo, ma non lasciava spazio a riflessioni di nessun tipo. Si doveva chiudere al primo incontro con le organizzazioni sindacali, dopo poche parole tra parti sociali e datoriale”.
“Ciò che inoltre non corrisponde al vero è il rischio di perdere i posti di lavoro – mettono in evidenza – Chiunque fosse presente al tavolo citato e ha prestato attenzione a quanto detto, ha certamente rilevato come alla domanda posta a più riprese sia dai rappresentanti dei lavoratori che delle istituzioni “siete disponibili ad assumere tutto il personale?” è stata data piena apertura”.
“Purtroppo – riprendono – e non possiamo che dolercene, la disponibilità al dialogo non è stata ritenuta sufficiente: doveva essere sottoscritto un accordo che di fatto accoglieva incondizionatamente tutti i punti richiesti dalle parti sociali e che andavano ben al di là degli obblighi delle parti, ponendo fine alla trattativa senza un confronto né un reale contraddittorio. Se ne sarebbe parlato poi con le organizzazioni sindacali avendo però già fissato tutto”.
“Chiarito che non esiste un obbligo di sottoscrizione di un accordo – concludono – che è solo auspicabile se ne sussistono i presupposti e cioè che sia il risultato di una mediazione, ovviamente nell’ambito dei propri diritti e libertà garantite, il Gruppo La Villa procederà in base alle proprie convinzioni ritenendo che il risultato sarà di piena soddisfazione in primis per gli ospiti e per il personale delle strutture e che si aprirà un periodo di crescita delle strutture, che offriranno con la nuova organizzazione un servizio migliore alla cittadinanza”.
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