BARBERINO TAVARNELLE – Definire il ruolo della pieve di San Pietro in Bossolo nelle dinamiche insediative territoriali di lungo periodo, dall’età antica a quella medievale.
E’ l’obiettivo che si pone il progetto culturale di ampio respiro promosso dal Comune di Barberino Tavarnelle con cui anche quest’anno, da lunedì 7 luglio, riprenderà la campagna di scavo presso la Pieve di San Pietro in Bossolo, giunta alla sesta sessione.
Le indagini, fortemente volute dal Comune di Barberino Tavarnelle, si svolgono nell’ambito di una concessione di scavo ministeriale, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, nella persona del dottor Michele Bueno, e sono condotte sul campo dalla cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo con la direzione della dottoressa Chiara Marcotulli.
L’operazione, lanciata da un’idea e per iniziativa del sindaco David Baroncelli, nacque in origine, qualche anno fa, dalla necessità di individuare le tracce di due castelli documentati dalle fonti scritte ma non più esistenti, forse legati proprio alla pieve: quello detto “di San Pietro”, menzionato nel 1038, e quello “di San Giovanni”, citato nel 1213.
“Allo stato attuale delle indagini – dichiara l’archeologa Chiara Marcotulli, direttrice dello scavo archeologico, presidente della Società Cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo – gli scavi hanno già permesso di arricchire le nostre conoscenze ampliando l’orizzonte cronologico del sito. Nelle ultime campagne, infatti, le archeologhe stanno portando alla luce le tracce di una fase di frequentazione databile tra il VI e il VII secolo d.C., caratterizzata da superfici ricche di ceramiche e frammenti edilizi, usate anche, sebbene in modo non continuativo, come area funeraria come testimoniano le due sepolture fino ad ora rinvenute”.
“Uno degli obiettivi della prossima campagna – continua l’archeologa – è proprio quello di indagare, scavando in profondità ed ampliando l’area di scavo, questi livelli di vita più antichi, cercando di chiarire di che tipologia di insediamento possa trattarsi. Dal punto di vista scientifico, quindi, la pieve di San Pietro in Bossolo si sta rivelando un sito importantissimo per esplorare la storia del nostro territorio”.
“Crediamo fortemente in questa forma ed espressione di attività culturale che si propone di ricostruire la vita e il rapporto tra uomo e territorio nell’area della Pieve di San Pietro in Bossolo – dichiara il sindaco Baroncelli – un percorso di riscoperta, valorizzazione e conoscenza della storia millenaria di Barberino Tavarnelle che, al di là degli esiti delle diverse campagne di scavo realizzate fino a questo momento che già testimoniano un passato interessantissimo dalle quali è emersa l’alternanza documentata di vari insediamenti rimandabili ad un lunga stagione di vita tra epoca antica e Medioevo, ci interessa portare avanti per il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine”.
“Attraverso questo intervento di archeologia pubblica – aggiunge – che mira a conservare la memoria storica ed incrementare la fruizione delle risorse del nostro patrimonio culturale non facciamo altro che affermare il dialogo tra ricerca storica e comunità ed attuare concretamente l’articolo 9 della Costituzione italiana che impegna la Repubblica a promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, oltre a tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
La campagna terminerà venerdì 1 agosto. Oltre agli archeologi professionisti, saranno alcuni studenti e dottorandi dell’Università di Firenze a partecipare alla campagna di scavo. Inoltre, come lo scorso anno, alcune attività delle indagini saranno aperte anche ai volontari, nell’ambito di un progetto di archeologia partecipata che Laboratori Archeologici San Gallo sta mettendo in atto insieme al Comune di Barberino Tavarnelle.
Il prossimo appuntamento è per domenica 27 luglio, con una visita allo scavo organizzata nell’ambito delle “Notti dell’Archeologia”, la rassegna regionale che propone aperture straordinarie serali ed eventi nei musei, nei parchi e nelle aree archeologiche della Toscana.
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