TOSCANA – All’indomani della chiusura della stagione estiva, Caravanbacci traccia un bilancio positivo del turismo in camper (settore centrale dal punto di vista produttivo nel territorio chiantigiano) e rilancia il tema dell’agricampeggio e della sosta agricola come nuova frontiera dell’ospitalità rurale ed enogastronomica.
“Questa estate – afferma Paolo Bacci, titolare di Caravanbacci – abbiamo avuto la conferma di quanto il turismo itinerante sia in crescita. Le persone cercano libertà, contatto con la natura, esperienze sostenibili. La Toscana è stata la prima regione italiana a dotarsi di una normativa chiara che consente agricampeggio, agri-sosta e sosta gratuita fino a 24 ore: un quadro che apre alle aziende agricole la possibilità di diventare protagoniste di un turismo nuovo, autentico ed enogastronomico”.
Un sondaggio condotto direttamente da Caravanbacci su un campione di 370 camperisti conferma le potenzialità del settore: il 45,7% ha scelto i campeggi, il 40,5% la sosta libera, il 12,7% le aree di sosta camper, mentre solo l’1,1% ha dormito in aziende agricole.
“Non è un limite – sottolinea Bacci – ma la dimostrazione che c’è uno spazio enorme da cogliere. Oggi il pubblico è pronto, serve soltanto che le aziende agricole raccolgano questa opportunità. Oltretutto molti camperisti, soprattutto in bassa stagione, cercano luoghi per trascorrere i fine settimana fuori porta: per coppie e famiglie con bambini l’esperienza di una sosta in azienda agricola è un valore aggiunto unico”.
Poi la riflessione: “Quando dico fare glamping sostando in camper in campagna – spiega Bacci – intendo che il vero lusso non è la tenda di design con il bagno privato, ma la possibilità di aprire la porta del tuo camper e trovarsi dentro una vigna, un oliveto, un paesaggio autentico. È un glamping diverso, accessibile, che arricchisce il viaggiatore e allo stesso tempo sostiene le aziende agricole con il massimo della sostenibilità, visto che non occorre nessun manufatto”.
Secondo Caravanbacci, i vantaggi sono chiari: minimi investimenti strutturali, possibilità di valorizzare i prodotti attraverso degustazioni e vendita diretta, turismo lento e rispettoso che non sostituisce l’agriturismo ma lo completa, creando un asse fondamentale con il turismo enogastronomico.
“Chi viaggia in camper porta ricchezza diretta sul territorio – prosegue Bacci –. Da più studi europei emerge che la spesa media pro capite del turista in camper è di circa 100 euro al giorno. Acquista vino, olio, prodotti tipici, partecipa a esperienze e si lega alle comunità locali. È un modello che funziona già in Francia da moltissimi anni con France Passion. Ora abbiamo la possibilità di replicarlo in Italia, partendo proprio dalla Toscana, in un momento storico in cui la valorizzazione delle filiere agricole ed enogastronomiche è ancora più strategica, anche alla luce dei nuovi dazi e delle sfide globali”.
“Rivolgo un invito diretto alle aziende agricole – conclude Bacci –: apritevi a questa opportunità. Non servono grandi investimenti, bastano pochi accorgimenti per diventare parte di una rete che può portare nuove entrate e farvi conoscere da un pubblico italiano e straniero sempre più numeroso. La sosta dei camper in azienda agricola non è una moda passeggera, ma una risorsa concreta per il futuro delle campagne toscane e italiane”.
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